giovedì 28 febbraio 2008

Pieghevole (leaflet) II: Cambados

Nel medioevo Cambados fu il primo luogo a difesa della Ria dagli attacchi continui perpetrati dai vichinghi e rimanendo tra noi come testimonio sull'isolotto delle Figueiras è La torreta di San Sadurniño, perciò il villaggio ricevette nel 1170 il titolo di * Moi Leal Vila* dal Re Fernando II, la troviamo in mezzo se facciamo una passegiata dal mullino a marea *Da seca* lungo la costa sino alla marimma di Castrelo.
A Cambados nacque il geniale poeta Ramón Cabanillas, simbolo della letteratura galiziana del XX secolo. La enogastronomia attorno Cambados è molta apprezzata, dalle prelibatezze marinaresche fino al vino albariño che viene esaltato, entro agosto, alla sua festa dichiarata di interesse turistico nazionale; L'Albariño considerato uno dei migliori bianchi di europa è stato introdotto nella comarca nel XII secolo mediante vitigni portati dalla regione tedesca di Renania.
Tra altre feste e sagre che si celebrano a Cambados sono: Il corteo marittimo della madonna Carmen; Il pellegrinaggio a San Bieito di Ferfiñas (entro luglio); La sagra alla Virxe da Pastora.
Del XVII secolo c'é numerosi *Pazos* come la Casa dos Faxardos: Santo Tomé do mar; Il Parador Nacional de Turismo do Albariño; Il Pazo d'Ulloa del XV, o Il Ospidale reale del XVI.

martedì 26 febbraio 2008

Pieghevole (leaflet) I : Casa do Patrón

A Codeseda nella parrocchia lalinense di Doade, si trova uno dei musei etnografici più forniti di Galizia *La Casa do Patrón* composto da tre edifici con 12 sale d'esposizioni dedicate ad esporre ogni tipo di attrezzi, piú di 1800 pezzi, usati dai diversi mestieri tradizionali di Galizia, dai telai per elaborare il lino, sino le incudini del calzolaio o zoccolaio, le macine del mugnaio, gli arnese dell'affilatore che ancora oggi gira per i paesi prestando i suoi servizi, gli attrezzi del segatore,ecc.
Questa casa è intorno alla natura dove si impartiscono delle lezioni dal vivo perché gli adulti e i bimbi imparino le nostrane usanze e uffici, altresì preparare il pane nel forno a legna nel modo tradizionale ed assaggiare il vino del paese dalle antiche torchiature, prima d'andarsene a fare una gita attorno seguendo un itinerario che vi porterà a guardare i querceti e pinete accanto il fiume Deza con i suoi mullini dai quattro Castros: Doade, Soutolongo, A xesta e Vilanova.

domenica 24 febbraio 2008

Rosalia a Vilagarcia

Oggi si commemora il 171 anniversario della nascità dell'antesignano del risorgimento letterario Galiziano: La poetessa Rosalía de Castro, nacque a Santiago de Compostela nel 1837 e morì a Padrón nel 1885, perciò quasi tutte le biblioteche di Galizia allestiscono delle giornate da approcciare la vita e opera di Rosalia alla gente che vuole saperne di più e anche leggere la raccolta delle sue opere in un unico spazio, per farlo,durante tutta la prossima settimana possiate avvicinarvi alla *Biblioteca Rosalia de Castro* a Vilagarcia de Arousa



p.s. In bocca al lupo

venerdì 22 febbraio 2008

Galizia e Cuba

La Galizità in Cuba, se si puó chimarla così, oppure il rapporto tra Galizia e Cuba non è soltanto il vincolo parentale galiziano dell'ormai congedato Generale Fidel Castro, anzi in questi giorni si celebra all'Avana la XVII Fiera Internazionale del Libro dell'Habana in cui la Galizia è il paese invitata, niente di straneo perché Galizia da sempre ha avuto uno stretto rapporto letterario con Cuba, difatto c'è l'ILL che ha oltre 500 mila libri in lingua galiziana sui loro scaffali ed è ancora oggi il paese oltre Galizia che pubblica libri in galiziano ; All'Avana fu dove l'inno di Galizia si creò nel 1907.
Ma le vicende tra ambedue paesi cominciò nel 1508 dallo esploratore e navigante noiese(di Noia) Sebastián de Ocampo.
"È un'isola grande e ubertosa dove la gente è accogliente e pacifica"
Con queste parole De Ocampo definì per la prima volta Cuba e passò alla storia per essere il primo a circumnavigarla, 15 anni dopo la scoperta.
Questa impresa sorse d'una disputa tra Colombo sostenitore che Cuba era entroterra e il cartografo Juan de la Cosa che invece assicurava senza dubbi che era un'isola, ma politicamente l'impresa sorse perché all'Isola *La Española* (Santo Domingo) incalzava una crisi con i nativi, quindi bisognava espandersi ad altri territori; Per questi motivi il governatore della Española decise di incaricare De Ocampo se quelle terre fossero conquistabili.
Allora De Ocampo ricavò marinai, equipaggi e provviste da ripartirne su due imbarcazioni e partì così in un viaggio lungo la costa settentrionale dell'isola, e dopo sostare sulla baia dell'Avana e svoltare nel capo di San Antonio per navigare dall'altra sponda, dirimette che quel territorio è abbracciato dal mare, questa spedizione ci volle otto mesi e De Ocampo fece scali lungo Cuba per testare la facilità con cui l'isola potesse essere conquistata trovandola in un bello e spazioso porto chiamato Carenas o Jaguar per gli indigeni, oggi Cienfuegos, dove De Ocampo, secondo il diario di bordo, ebbe ossequiato da distinte prelibatezze come le pernici.
Due anni dopo nel 1510 De Ocampo accompagnò Diego Velázquez in un'operazione di colonizzazione nell'isola.
Oggi gli si rende omaggio con la barca antiinquinamento del *Servizio de Gardacostas de Galizia* targata col suo nome.

mercoledì 20 febbraio 2008

La casa delle colombe

Colombaia al monastero di Lourenzá simile a quello al monastero di Samos
Dell'architettura etnografica galiziana non può mancare la colombaia (gz.pombal) semplice struttura dove le colombe stanno a ridosso, secondo l'ampio studio *Os pombais galegos* a cura di Clodio González Peréz, sono il 72% a pianta circolare, il 14% rettangolare, il 4% a pianta ottagonale e il resto un 9% sono uniche o rare.
Oltre ad essere una tipologia non generalizzata, oggi non la si dà l'importanza che merita e in molte sono spopolate e in rovina.
In Galizia non c'è pazo, monastero o rettorato importante che non abbia una colombaia, quindi sono costruzioni speciali che dipendevano della ricchezza dei patroni, perché anticamente i piccioni erano molto valorati nella cucina, cioé non si badava a spese sull'allivamento delle colombe, difatto in Francia il diritto a possedere una colombaia fu abolito con la rivoluzione del 1789 come simbolo d'abbonzanza.
Purtroppo in Galizia i referimenti di queste costruzioni che risalgono a metà del 700 sono scarsi o imprecisi talmente che oggi non possiamo paragonarne con quelle del medioevo:
La prima rappresentazione grafica che si sa appare sulla cantica di Santa Maria di Alfonso X Il Saggio presso la biblioteca del Escorial

lunedì 18 febbraio 2008

Sale, Salina, O Salnés, Giacimento Salifero...

Tra gli studi ambientali che sta per realizzare la Direzione Generale di Coste (organo statale dipendente dal Ministero d'Ambiente) in Galizia si trova quegli sulla pista pedonale e ciclabile lungo la costa tra Bamio e Vilaxoán, due parrocchie confine del Comune di Vilagarcia, il tratto tra Bamio e Carril sará completamente nuovo, mentre tra quest'ultima parrocchia e Vilaxoàn mancano due tratti da progettare; Questo progetto è dentro d'un altro megaprogetto che vuole unire mediante un sendiero costiero di circa 100Chm. la foce dell'Umia a Pontecesures e O grove ideato molt'anni fa, ma che il suo sviluppo è soggeto all'accettazioni d'ognuno dei comuni per dove dovrá scorre, il cui grado d'adempimento è ancora scarso tranne il recente innaugurato tratto fluviale tra Catoira e Pontecesures ed altri piccoli tratti senza alcuna continuità, forse nel futuro il tratto Bamio-Catoira sarà realizzato sul binario dimesso della linea ferroviaria Carril-Santiago giàcché l'AVE non l'approfittará.
La riluttanza da parte della DGC su questo progetto non è vana perché vuole, oltre a vegliare l'ecosistema costiero, catalogare tutto quello che gli capita senza lasciare un brutto impatto ambientale irreversibile contro per esempio sulla salina all'insenatura di O rial un gran tesoro storico poco conosciuto, ma che identifica O Salnés all'antica estrazione della sale sul bacino arosano, difatto non è ancora catalogata dalla Direzione Xeral di Patrimonio Culturale della Xunta, ma sì c'è un elaborato dossier fatto dal Museo del Mare di Vigo previo alla costruzione d'una vicina rotatoria che dà accesso alla VRG-4.3.
Di questo giacimento salifero sono ancora visibili, a bassa marea, la diga e i muri dell'impianto che ritengono un buon stato tale di svilupparsi un progetto di ricupero simile a quello della marimma e salina dell'Ulló a Vilaboa, dove la DGC ha stanziato €1.4milloni, o le saline della foce del Lagares a Vigo che sono i due impianti di quell'epoca che rimangono ancora in Galizia, purtroppo la smania urbanistica e gl'anni hanno nascosto l'eventuale rampa e la salaia a O rial; Queste strutture risalgono al XVI o XVII secolo quando le antiche saline medievali furono riassettate, forse sopra altre precedenti, perché la produzione di sale nella comarca data dell'epoca dell'impero romano, i primi riferimenti alla presenza di questa attività ci riferisce l'archivio parrocchiale di *San Martiño di Dumio* vescovo svevo che nel VI secolo sistemò il regno svevo di Galizia a parrocchie oppure le croniche del benedettino *San Cibrán di Càlago* la cui diocesi controllava diverse impianti del genere nella comarca.
Insomma l'estrazione del sale in Galizia era fondamentale ed aveva un intimo rapporto con le ricorse ettiche del paese, soprattutto quando il commercio tra Aveiro, Portogallo o le regioni più meridionali in certi momenti era interrotto.

sabato 16 febbraio 2008

La guerra dei vessilli

Stemma di Meaño
Mentre sono in molti i comuni Spagnoli immersi nei grattacapi sulla obbligatorietà di appendere o non le bandiere ai pali, ch'è doveroso secondo le leggi, in Galizia invece siamo alle prese con un'altra febbre di bandiere, quella di adeguare le insegne comunali alle nueve norme araldiche e in altri casi inventarne, secondo le prassi dettate dalla Commissione d'araldica della Xunta con cui renderle ufficiali.
Già vi ho raccontato delle insegne dell'Isola di Arousa su un altro post, ma nell'attualità ci sono soltanto 46 comuni galiziani che (ricordate che Galizia è la regione con il maggior numero di comuni: 315) hanno l'insegne ufficiali raificate dal consiglio autonomico e oltre 26 comuni sono in trattative.
La provincia di Pontevedra invece pare di non soffrire questa febbre perché solo 7 comuni sono già immuni a queste modificazioni, ma sulla lista di attesa ce ne sono grandi comuni come Vilagarcia, O grove, Ribeira o Tui, e anche spunta il fatto che le grandi città come Santiago, Vigo o Ferrol non hanno ancora ufficializzato le loro bandiere comunali da appendere sul loggiato del municipio.
L'11 di questo mese il comune di Meaño ha approvato, a maggioranza semplice secondo marca la legge, le nueve insegne comunali: Stemma e Bandiera.
Lo Stemma ha, in centro su uno sfondo bianco, un pino germogliato da 10 pigne che rappresenta secondo la leggenda l'albero che i marinai badavano quando lavoravano sulla Ria, affiancato da due mazzi di tralci e pampini di vite per indicare che Meaño è terra di viticoltori di vino Albariño ed eccellenti cantine ,e in basso ha dell'onde per accennare che c'è anche una piccola costa, il tutto è incoronato come tutti i blasoni del regno di spagna.
La bandiera invece è bicolore col pino in centro accorda secondo le norme allo stemma

giovedì 14 febbraio 2008

Piñeiro: L'uomo uccello

Il sogno di volare come gli uccelli sulle Rias, sulle montagne e valli di Galizia si avverò per un galiziano il 14 aprile 1913.
*José Piñeiro Gonzalez* nacque il 15 dicembre 1878 a Seixo parrocchia di Mugardos a Ferrol, fin dall'inizio era un bambino inquieto ed avventuroso, perciò dopo aver fallito negli studi si ingaggiò nel esercito per andarsene alla guerra di Cuba nel 1895, ma dimesse il fronte e si recò a Luarca dove il suo padre era ufficiale di marina alla base navale ove lavorerà anche lui, qui conobbe la sua sposa ventunenne Migoya Carbi figlia d'un ricco indiano di Cuba e ambedue decisero di abitare a Sanxenxo, ebbero quattro figli.
A Sanxenxo, Piñeiro allestì una fabbrica di bibite gassate e pronto diventa un personaggio conosciuto da carattere affabile ed estroverso, amante di tutto tipo di macchine che le spinse a comperare una delle prime vetture della comarca con cui un giorno si spostò alle feste di Pontevedra per vedere un'esibizione aerea, da quel fatto rimase incantato nel vedere l'evoluzioni dell'aviatore francese Garnier, forse quello fosse il vero destino della sua folle vita.
Subito Piñeiro guarirebbe la sua ossessione, vendette la fabbrica, e si traslocò da solo a Pont Long (Pau) Francia alla scuola più vicina da ottenere la patente di pilota *Brevet*, spese 30mila pesetas sul corso più l'acquisto d'un aereo *Blériot XI* con un motore *gnome* di 50cv e un'autonomia di 3 ore, simile a quello che vide un anno prima guidare a Garnier.
L'aereo targato *Sanxenxo* già ce l'aveva, ma ci volle una pista d'atterraggio che preparò nell'istmo di Baltar tra Sanxenxo e Portonovo davanti alla spiaggia *La Lanzada*.

Il suo primo volo radunò di circa 3 mila entusiaste persone giunte da diversi luoghi, la notizia di questa impresa destò la curiosità di vederlo solcare i cieli, quindi Piñeiro preparò un raid che lo portò a guardare da 1500m Vilagarcia, O grove, Pontevedra, Marín e Vigo lasciando cadere volantini di saluti; ma il suo primo volo ufficiale fu il 7 Maggio 1913 a Ferrol al varo della nave militare *Alfonso XIII*, che insieme al pilota francese *Poumet* realizzò tanto rischiose evoluzioni che finì spezzando l'ali del suo Blériot, questo incidente che lo vide anche il tredicenne *Francisco Iglesias Brage* sollevò in tutta Galizia e nei *Centri Galiziani* d'America un'immensa solidarietà mai vista affinché Piñeiro ottenesse i ricambi neccesari da ripare l'aereo.

Il corraggio e l'ansia di Piñeiro d'essere il migliore pilota con il gravame d'avere un'aereo già antico e di scarsa competitività, lo spinse a vincere gare del genere e fare esibizioni perfino a Tucumán invitato dai Centri Galiziani; Col suo povero Blériot Piñeiro diventò un bravo pilota d'acrobazie aeree molto riconosciuto in Argentina e Cuba , la sua specilità era fare il *Looping the Loup*ovvero *Il balzo della morte* che consisteva in fare un fiocco nell'aria, cioè portare l'aereo su e ritonare bocconi.

Statua di Piñeiro a Sanxenxo

Il primo pilota acrobatico spagnolo fu seppellito a Santiago il 3 Febbraio 1927 dimesso e trascurato dagli intimi amici e politici, invece che gli altri due eroi Ferrolani che amarono l'aeronautica grazie a Piñeiro che innescò in loro il sogno di pellegrinare i firmamenti: *Francisco Iglesias Brage* che insieme al suo *Jesús del gran poder* fece la prodezza di ripercorrere l'Ande e l'Amazzonia e *Ramón Franco* che fece a bordo dell'idroaerogiro *PlusUltra* i voli Palos de Moguer-Buenos Aires e Madrid-Manila.

martedì 12 febbraio 2008

Sorolla a Vilagarcia

Foto 1: Sorolla dipingendo nei giardini
Sul giornale Galicia Nueva del 18 luglio 1915 Daniel Poyán fece un'intervista al pittore che disse:
" Ho scelto Villagarcia per essere folcloristico e inoltre desidero che la ria che dà il suo cognome sia lo sfonfo dei miei dipinti ", con queste parole arrivava l'illustre pittore Valenciano *Joaquin Sorolla* l'8 luglio a Villagarcia de Arousa per fare dei quadri a olio rappresentativi della Galizia incaricati quattro anni prima dall'imprenditore Archer Milton Huntington, fondatore della Hispanic Society per decorare una gran stanza al Museo Hispanico di Nuova York con dipinti dell'usanze e paessaggi delle diverse regioni di Spagna, ma i primi furono realizzati attraverso delle cartoline e poi decise recarsi ai luoghi per farli.
Tra quelli realizzati in situ è *La romeria* che Sorolla dipinse nei giardini del Palazzo di Vista Alegre i cui inservienti fecero a comparsa e su cui plasmò anche l'Isola di Cortegada al fondo (vedi foto 1,2).

Foto 2: *La romeria*
Questa visita fu uno degli avvenimenti storici del paese, purtroppo pochi documenti a riguardo lo testimoniano, ma restano aneddotti vari sul rapporto tra il pittore e il paese durante il suo soggiorno a Vilagarcia: Sorolla trovava due difficoltà durante la sua impresa, per primo c'era una luce così cambiante che gli era difficoltoso plasmare un'attimo e anche non aveva sufficiente colore verde nella sua tavolozza; Mentre dipingeva *La romeria* chiedeva allo zampognaro che suonase per visualizzare bene le labbra gonfiee addirittura rilassarsi.
Sorolla anche fece amicizia col falegname Eleuterio Vega che costruiscì diverse attrezzature per l'artista come una gigantesca impalcatura e un tendone in grado di giovare il suo lavoro all'aperto, Vega diventò oltre un suo interprete un fido accompagnante-guida nelle sue gite per il paese e il mercato dove il Sorolla pittore guardava con entusiasmo le merci tradizionali esposte sulle bancarelle facendo delle bozze a mano alzata di tutto quello che gli capitava mentre fumava un sigaro.

Foto 3: Da sinistra a destra e da su a giù:
*El gaitero gallego*, secondo alcuni è uno studio preliminare di La romeria; *Tipo de Galicia* rappresenta una fanciulla che indossa il costume tipico e una collana custodita ancora al Museo Sorolla; *Musicos Gallegos* dipinto a gouache, queste tre furono dipinti nel 1915, ma la pronipote di Sorolla Blanca Pons sostiene che il quarto *Lavanderas de Galicia* come *La ria de Villagarcia de Arosa*(nominato dall'autore nei suoi appunti, ma non si sa dov'è finito) che furono donati dal pittore, appartengono a questa serie perché hanno lo stesso tipo di tela e cornice.

domenica 10 febbraio 2008

Mais corvino (O millo corvo)

Già il 4 Novembre 1492 Cristoforo Colombo ce ne aveva referito nel suo diario, durante il suo soggiorno all'Isola Watlings, che " C'erano parecchi terreni coltivati da pianti il cui frutti una volta cucinati erano squisiti e se si lasciavano le pannochie seccare, poi se ne faceva la farina"; D'allora il mais cominciò a diramarsi per tutta l'europa perfino l'Italia attraverso il porto di Venezia nel 1530, e anche se ci sono dubbi al riguardo si dice che la prima maiscoltura risale al 1494 a Seviglia e in Galizia nel 1605, ma secondo alcuni storiografi la pianta di mais già si conosceva in Spagna mediante la cucina cinese.
Dal XVI secolo in Galizia si cominciò a introdurre la coltivazione di questo cereale giunto dall'America con delle nuove varietà di qualità sempre più ottima, precoci e meno deperibili al nostro clima, ma spostando quello che già esisteva tramutando così perfino gli antichi nomi.
Tra le vari ceppi importate, ben differenziata per colore e dimensione c'è il *millo corvo, pego o pedrés* la cui pianta soltanto era capace di germogliare due pannocchie di mediana dimensioni e di colore pressapoco viola tendendo a nero; Nella nostra comarca c'è poche zone dove si coltivano, ma a Castrogudín ancora oggi lo si può trovare però sono raccolti per l'autoconsumo.
Nella cucina per fare il pane di mais nero allora si mischiava la sua farina con un po' di quella di segale, sale e acqua calda; Questo pane durava tenero a lungo con un colore e sapore speciale, come se fosse fatto con "Vino rosso!", per farsi un'idea in sudamerica si preserva ancora una bevanda *La chicha Morata* ottenuta da pannocchie di mais nero, bollite insieme a frutta varia, zucchero e spezie.
Purtroppo quella cucina tradizionale già non sta presente neanche alle sagre gastronomiche del paese, ma a poco a poco la coltura di questa pianta e le usanze che la circonda ritornano grazie sopratutto al sostegno di alcune associazioni culturali.

venerdì 8 febbraio 2008

Bugiardini...

Nei borghi l'ombra di noce (gz.:nogueira) è maligna, perciò i contadini non ce ne stanno sotto, invece l'ombra di quercia(gz.:carballo) o di pino(gz.:piñeiro) sono buone.
I rovi e l'ortiche(gz.:estrugas) sono buoni per i raffreddori, sopratutto l'ortica in freghe o in cataplasmi, butta fuori il torpore dovuto al bruciore che produce, ma se avete prurito bisognarebbe sfregarsi con mentastro.
L'ortiche in infusione vanno bene anche per la grazzessa, in pomata con anice e sale per le varici, e direttamente sul capo combatte la forfora.
La pelle di serpe e le ragnatelle ad amuleti appeso al collo fanno bene contro il mal d'occhio o dietro la porta di casa lasciare un ruta(gz.:ruda) perchè ritorce il mal d'occhio.
La bollitura di eucalipto ha molti usi per esempio: nelle ferite infette confficare un'ago bagnato da quella.
L'infuso di foglie di finocchio(gz.:fiuncho) è una toccasana per il mal di pancia e il gonfiore di stomaco.
Per la nuova mamma il brodo di gallina non può mancare nel suo recupero.
L'aglio in pomata giova il dolore di mani e anche per i calli dei piedi, ma sopratutto come deterrente contro i pizzichi dei insetti durante la notte, a infuso è buono per respirare bene.

Per la gente stressata c'è un rimedio infallibile recarsi alla sponda d'un fiume, perchè come dice il detto: Mai ti stancherai di guardare il fuoco ardere, un bimbo dormire e un fiume trascorrere; Oppure ascoltando questa favola:

Otto il pavido sci...

mercoledì 6 febbraio 2008

Dov'è la guarigione?

Tra le tante credenze che c'è in Galizia, oggi vi racconto *O enganillo*:
Per quelli bimbi che non magiavano e neanche giocavano, cioè avevano con loro *O enganillo*, c'era un rimedio per buttarlo fuori, dunque si radunavano tre Maruxas e gli portavano ad un cespuglio di rovi (gz.:Silveira) che avesse un buco tra essi, poi una Maruxa passava il bimbo per il buco e diceva a quella che era dell'altro lato "Maruxa prendi!" e quella le chiedeva "Cosa mi porti?"
"O enganillo per la grazia della madonna Maria" rispondeva la prima. Poi riportavano il bimbo sopra i rovi, ripetendo lo stesso dialogo, e così tre volte.
Ma oggigiorno chi in Galizia passa fame, se questa terra è piena di sagre gastronomiche?:

La domenica prima del mercoledì delle Ceneri c'è una tradizione alla parrocchia *Santa Comba de Cordeiro* nel comune di Valga di fare *Il corteo degli zamponi (gz.:A procesion dos lacons)* nella *Festa della Candelaria*, cioè i Santi in corteo sono accompagnati dalle donne del borgo che portano sulle loro teste dei canestroni riempiti di zamponi e anche dagli zampognari percorrendo insieme, a marcia lenta durante tre ore, tutto il municipio dalla capella di Vilar fino alla chiesa parrochiale di Cordeiro in cui, una volta battezzati i canestroni, sono messi in asta.

Anche la scorsa domenica nel rione di Sar a Santiago è stata festeggiata la sagra in onore a San Blas (it.:San Biagio), come al solito, sotto un'abbondante pioggia che non ha impedito d'allestire le bancarelle con le ciambelline neanche ai devoti di portare alla *Collegiata di Sar* dei panini da esserne battezzati ovvero avvicinarsi per recivirne da parte del parroco, che durante tutto il giorno ha consegnato più di 2 mila panini.
San Blas gli attribuiscono le guarigioni miracolose del male di gola e perciò è il patrone dei laringologhi, quindi se in questo inverno ventoso abbiate dimenticato d'indossare la sciarpa, allora mangiate il sacro panino di San Blas.

lunedì 4 febbraio 2008

Cristoforo Colón ?

Pochi giorni fa s'è iniziato lo sgombramento della fatiscente e rovinosa *Casa de Colón* a Portosanto parrocchia questa di *San Salvador de Poio* separata dalla Città di Pontevedra soltanto per il fiume Lerez.

La casa è una semplice e antica costruzione, stiamo parlando per lo più di sei secoli d'antichità tanto che alcune voci attribuiscono all'anima girovagante di Cristoforo la sua resta in piede.

Ma la domanda è se queste pietre ascoltarono i primi vagiti di Cristoforo bambino?; Per dire di sì c'è lo storiografo Alfonso Philippot Abeledo che con la sua tesi sul Colón Galiziano, una dell'ipotesi più documentata, lo ribadisce: tra le deposizione c'è la esistenza d'una croce(gz.:Cruceiro) davanti alla casa con una scritta un po' illeggibile, ma alcuni documenti tanto fotografici come cinematografici lo confirmano, ch'essa fu incaricata da Xoán Colón nel 1490, poi c'è un altro documento del 1796 con cui il duca di Veragua, discendente diretto dello scopritore, vendette una proprietà *A Puntada* che si trovava accanto alla suddetta casa e su cui diceva che era una eredità dei suoi genitori.

Se tutto andrà bene, tra pochi anni su questo luogo s'alzarebbe il complesso museale *Casa de Colón* dove si potranno sviluppare convegni, conferenzie, studi sul conquistatore e allestire una gran biblioteca con dei documenti e facsimili riguardanti al cognome Colón e addirittura mostrare una documentata storia marittima della ria che in modo particolareggiato ci mostra l'importanza del commercio del XV secolo tra il porto di Pontevedra e quelli del bacino mediterraneo come esempio: La nave Ballener di Gonçalo Fernandes che nel gennaio 1428 naufragò nel porto Grao a Valencia, ovvero la nave Corpo Santo che nel 1463 frecuentava il porto di Barcellona con sarde salate da esserne trasportate ai porti di Napoli e Roma.

Comunque sarà un luogo ove discutere, affermare e mostrare tutte l'ipotesi documentate sull'origini di Colòn da quella Genovese perfino alla Aragonese.


venerdì 1 febbraio 2008

L'era del fuoco

Nell'Agosto 2006 il bacino arousano diventò proprio l'inferno durante ben una settimana a causa dai roghi divampati nei monti che coprirono la ria d'una folta nuvola nera e calda, non c'era già estate, per fortuna quelli incendi boschivi non raggiunsero le aree abitate grazie ad una virata dei comandi: Lasciate i monti non c'è nulla da fare, Salvate le case, i cittadini!; Queste ordini furono obbedite da tutti i professionisti impegniati nell'estinzione del fuoco con l'aiuto di ben 6 aeroplani dell'Ala 43 dello esercito spagnolo e un canadair della protezione civile italiana (Complimenti!), ma purtroppo questo non bastava, nell'inverno dello stesso anno quando arrivarono le prime tempestà i monti brusciati già non erano in grado d'arginare l'acqua piovana e lo straripamiento del fiume O Con che nasce proprio nella vetta del monte Xiabre che sovrasta il mio paese, erode il terreno e tinse la città di nero acquarello in mezz'ora ad un ritmo di 250 lt/m2, quello era venezia però con le vetture a gondole.
Quest'inverno, però dopo di aver lasciato un buon tempo che la foresta si accomadasse alla sua nuova habitat si è cominciato la tagliata degli alberi che non hanno sopravvissuti a quel malore, oggi andarci è smarrirti senza nessun pino o eucalipto a referimento quello è diventato una gran radura rampante ove il vento gioca senza nessun impiccio.

Primo l'erosione e poi la tagliata hanno lasciato all'aperto lastre o sassi dove gli antici abitanti e cacciatori dell'era del ferro, non del fuoco, dipingevano le mappe del loro mondo, le loro tattiche di caccia o semplicemente spassavano il tempo; Questo luogo, forse sacro allora, è chiamato A Laxe dos Bolos che appartiene al borgo di Saiar della comarca Ulla-Umia, ma è accanto al mio comune [42º37.581N 08º42.760W, 356metri]
Oggi, per caso questa radura è diventata uno dei maggiori campi d'arte rupestre all'aperto di Galizia insieme ad altre come: I petroglifi di As Canles a Campolameiro(PO) ovvero I petroglifi di Laxe das Rodas a Cotobade(PO) che insieme ad altri 26 campi del genere sono catalogati nella nostra provincia.

Petroglifi Os Ballotes a Bamio, comune di Vilagarcia
Allora il percorso turistico-artistico nel comune su questa civiltà che ha impostato l'arte che oggigiorno conosciamo deve proprio partire dalle falde del monte Xiabre a Bamio dove si trovano i Petroglifi Os Ballotes, poi salendolo e ammirando il paesaggio meraviglioso della ria raggiungiremo i nuovi giacimenti rupestri.