mercoledì 30 aprile 2008

Non è un tozzo di pane

In Galizia esisteva l'usanza di approfittare il momento al fare il brodo o il *cocido*, che anticamente si faceva in un calderone(gz.:Pote) per lessare anche il *Bolo do Pote*, cos'è quel?, dunque quando la cottura era quasi pronta, cioè 30minuti prima, si appallottolava la farina di granoturco in varie palle impastate con dell'acqua calda del proprio brodo, la farina era sempre di scarsa qualità e nemmeno era tenera, perché i Bolo fungevano il pane nelle case dei poveri; In genere il Bolo era infarcito dell'unto, strutto o lardo per renderlo più gustoso, anzi in certe ricorrenze come il carnevale oppure quando non si badava a spese era quindi imbottito da un pezzo di chorizo o prosciutto, o meglio ancora quando restava della panna a casa il tozzo veniva cosparso da essa rendendolo più soffice e piacevole, come se fosse una ciambella per il vanto del palato.
Era costume nelle famiglie poco abbienti di cenare il brodo del pranzo, ma come il pane mancava si facevano alcuni Bolo e poi una volta imbandita la tavola si spegneva la luce e la mamma diceva:
¡Suvvia figlioli il primo chi lo trovi, ce l'ha!
Oggi, però non si fa nella cucina perché oltre ad essere un po' pesante farli n'era solo una scorciatoia per ingannare l'aguzzino della fame in altri tempi ovvero per fredare lo bozzolo dello stomaco, ma si possono assaggiarne insieme ad una entusiasta brigata a qualche festa che lo esalta.

lunedì 28 aprile 2008

Pieghevole (leaflet) XII: Museo vivente O Enredo do Abelleiro

Da sempre a Isidro Pardo Varela gli ha ficcato il pungiglione della curiosità per le api al punto di allestire e dirigere dal 1994 il *Museo vivente do mel: O enredo do Abelleiro* nella parrocchia di Portodemouros nel comune corugnese di Arzúa con cui ha vinto diversi premi, il museo ha lo scopo non solo di farci frullare le ali all'interno d'una arnia e assaggiare il miele, ma per mostrarci gli studi che si svolgono sull'apicoltura nel suo laboratorio avanzato per la analisi della qualità del miele, la pappa reale e il polline, perciò è anche un centro didattico mirato agli professionisti del settore, i scienzati e gli scolari che si recano qui per sapere di più dove si spiegano con pannelli e fototografie tutti i processi: dai lavori dell'api passo dopo passo alla transizione dagli antici alveari all'apicoltura attuale, dalle procedure nell'estrazione dal favo alla decantazione e invasatura; All'esterno del complesso museografico si può ammirare tutto tipo di arnie circondate da un ricco giardino botanico con il suo stagno e perfino un apiario dove si allevano l'api con dei favi mobili, il tutto per conoscere dal vivo perché questi insetti che lavorano senza sosta fanno bene all'ambiente e alla salute.

sabato 26 aprile 2008

Pieghevole (leaflet) XI: Casa Museo di Victor Corral

Dopo d'aver vissuto a Barcellona e in Svizzera l'artista settantenne Victor Corral ritorna alla sua amata Galizia dove alla parrocchia di Baamonde del comune di Begonte sul cammino nord a Santiago innalza a mattone a mattone da solo la sua casa-museo. Lui fin da piccolo già faceva delle figurine intagliando a coltello il legno e la pietra, d'allora accolla 40 anni intensi mostrando le sue opere scolpite in diversi materiali come legno, granito, avorio oppure bronzo alcune di queste sculture sono nella sua dimora sparse tra due ambienti su un giardino di 1200mq e le più piccole all'interno della casa dove ci sono anche dipinti a oleo e acquarelli; Il soggetto delle sue opere vanno dall'arte astratta a quello religioso come un eremo costrutto dall'artista, ma anche c'è una serie in scala che attira di più l'attenzione del visitore guidato dall'artista quella dedicata alla mucca DOP della Galizia la *rubia galiziana* così come una colombaia fatta con delle pietre ricavate dall'artista per tutta la Galizia, altre opere come la cappella della *Virgen del Rosario* scolpita dentro ad un centenario castagno si trova accanto alla chiesa romanica di Baamonde del XIII secolo. Insomma la numerosa opera dello scultore ci parla del rapporto tra l'uomo, la natura, la terra e l'amore.

giovedì 24 aprile 2008

Alberi singolari

Sono ormai 7 gli alberi della comarca che sono stati inclusi nel *Catálogo Galego de Árbores Senlleiras (it:singolare,da seguire)* avviato dalla Consellería de Medio Ambiente della Xunta nato un anno fa con l'obbiettivo di provvedere delle misure protettive verso quegli alberi che meritino essere conservati non solo per il loro valore scientifico, estetico, monumentale o ornamentale, anzi in molti raccontano, come testimoni muti, della storia o degli avvenimenti dei paesi dove sono piantati.
Nell catalogo figurano ben più di cento alberi e una ventina di alberature da conservare e alcuni esemplare da restaurare o curare, non solo dagli avvisi dei tecnici ambientali altri si incorporano alla lista tramite riferimenti da particolari, enti municipali o associazioni, ma secondo questa normativa varata della Xunta anche gli spazi nei dintorni che albergano gli alberi possono esserne sottoposti s'è neccessario a protezione o sorveglianza, cioè, perchè alcuni si trovano entro recinti privati la norma vuole che qualsiasi azione o progetto che gli può affettare dev'essere approvata dall'ente, e naturalmente è vietato la tagliata.
La maggioranza degli alberi catalogati della comarca si trovano nel mio comune:

Una magnolia presso il giardino del *Pazo de Rubiáns*nel comune di Vilagarcia è un paradiso per gli amanti della botanica in cui ci sono più d'una centinaia di specie diverse attecchiti già dal 1764, riassettato nel 1850 allo stile francese con delle Camelie arrivate dal Potogallo fatto che dà via a una parte della storia natura delle *Rias Baixas*, ma nel giardino si può trovare giganti eucalipti azurri che possono raggiungere 12metri la bracciata.

Il giardino di Artime situato di fronte al giardino della spiaggia Compostela nel comune di Vilagarcia, stavano uniti prima d'esserne spaccati dalla strada verso Santiago. Qui attecchisce un tassodio o cipresso calvo che risale al 1794 circa quando esisteva una fabbrica di conciatura e cuoietteria considerata culla dell'industria di Vilagarcia che adesso è incentrata sulle attività del mare.


Ma anche alberi da frutto sono stati catalogati come questo Fico (gz.:Figueira) che cresce sulla vetta del monte Siradella nel comune di O Grove che è stato inserito nella lista non solo perché continua a dare fichi rossi come il sangue d'un giustiziato, ma per simboleggiare il carattere agguerrito, la tradizione e la storia del paese: fu proprio qui dove, secondo la leggenda, ebbe impiccato dal popolo unito O Meco tiranno signore feudale del luogo che faceva uso del diritto di cogliere le primizie delle spose dei propri vassalli, popolo che rispose ¡Matámolo todos! alla domada della giustizia: ¿Quén matou ao Meco?

martedì 22 aprile 2008

Secondo lo stillicidio dei sassi...

La *Costa da Morte* è conosciuta, oltre ad essere l'orlo dell'Europa, dalla fierezza con cui l'Atlantico batte contro la falesia galiziana intentando sollevarla, ma questo rozzo spettacolo fa dimenticare l'altra parte della natura quella leggiadra, l'amata cascata (gz.:Fervenza o cadoiro) da fiocchi d'acqua dolce che sgocciolano sulla sua faccia selciata come un pregio verso lui da chiudere il desideroso ciclo della vita. C'è, secondo pettegoli, una dozzina di capricciose cascate in questa zona che rumoreggiano solo se l'acqua piovana le abbeverino e così fare degli incantesimi suoni che attirano il flusso turistico, le belle si trovano sui corsi dei principali fiumi della comarca: Xallas, Anillóns, el Grande o el Castro e anche sui loro affluenti che si divaricano per giocare a fare salti come quello di Rus (Carballo) o più vicino a 4Chm. quella che si trova a San Paio-Entrecruces (Carballo) nata dal seno del fiume Taboada, raggiungibile solo a piedi su un piacevole sentiero. Alcune sono accompagnate dai suoi vezzosi fratelli un po' fanfaroni come il *Pozo da Forca* che si trova nel comune di Cabana, nella fuoristrada tra Riobò e Cabana AC-552 , pozzo profondo che racconta delle leggende: travi d'oro che galleggiano o donne che appaiono per appagare qualche desiderio sono alcune che allo stesso modo ci referisce il *Pozo de la señora* a Ponteceso scavato da *A Pedrosa*, ma non può mancare su questa piccola lista la cascata *O Rabiñoso* alle falde del monte Meda-Zas vicino a Vilar Ramilo

Cascata O Ézaro la più grande e la più conosciuta della Costa da Morte è nella omonima parrocchia di *O Ézaro* del comune di Dumbria il cui splendore solo si può ammirare in certe date quando la sua diga Santa Uxía scarica l'acqua del fiume Xallas (64Ch.), questa cattedrale dell'acqua è stata ricordata da diversi scrittori da Murguìa che nella sua *Historia de Galicia* ricorse a antici documenti lasciandoci l'ipotesi che la cascata fu creata da un terremoto nel XII secolo cambiando l'alveo del fiume, al poeta Eduardo Pondal che scrise *feros corvos* ambientati su questa lacrima della Galizia.
Caldeiras do Castro siempre insieme alle sue piccole pozze è nella parrocchia Couceiro del comune di Muxía vicina alla capella di *Santo Outelo* del XVII secolo

Cascata A Pedrosa conosciuta anche come A Brexeira è nella parrocchia di Cospindo del comune di Ponteceso a poco più di 10min a piedi da O Couto dove c'è un'altra, è poco conosciuta perché il suo cattivo accesso, ma anche la passeggiata lo merita

La cascata di Rus è nella parrocchia di *Ferveda de rus* del comune di Carballo, nella strada tra A Canosa (via Santiago-Carballo) e Sofán

domenica 20 aprile 2008

Perché un viaggio in Galizia?

Tratto da un catalogo di promozione di Turgalicia
Per molteplici ragioni. In primo luogo perchè un viaggio nella Spagna nordoccidentale accresce o completa la conoscenza di un Paese composto da tante differenti realtà storiche, geografiche, naturali, economiche, linguistiche. Chi dice di “essere stato in Spagna” al ritorno da Madrid o Barcellona o dall’Andalusia dice il vero nel senso letterale del termine, ma in realtà non ha conosciuto l’essenza di un Paese che su un territorio estremamente vasto presenta le citate differenze.
Che in Galizia abbondano. Si può inoltre affermare che -come tutte le Terre periferiche- la Galizia (29.575 kmq – più di Piemonte e Valle d’Aosta) “fa storia a sé”, vanta proprie e nette caratteristiche anche rispetto ai ‘vicini di casa’ (a sud il Portogallo settentrionale, a sudest la Castilla y Leòn, a est le Asturie mentre a nord e a ovest è delimitata dall’oceano Atlantico). Eppure, nonostante l’isolata posizione geografica accentuata da tanti kilometri di coste proiettate nell’immenso oceano, la Galizia è ben presente nella Storia dell’Europa e vanta tante impronte in quella americana.
Perché un viaggio in Galizia, dunque? Prima di tutto per le bellezze della Natura. Siamo nella cosiddetta Spagna Verde (molti parlano di “panorami svizzeri”, si citano “paesaggi irlandesi” o “marine nordeuropee”) e la terra si sposa magicamente con il mare tra colori nitidi per le brezze atlantiche ma mai forti e accecanti (come vuole lo stereotipo dei viaggi proposti a sud dei Pirenei: “Sol y Playa”, caldo e discoteche). Il mitico Cabo Finisterre –la Finis Terrae di chi assisteva turbato alla discesa del sole nell’Infinito– separa le Rias (fiordi aperti dai fiumi) Altas (a nord, verso La Coruña, inquietanti paesaggi marittimi tra alte rocce frastagliate) da quelle Baixas (a sud, verso Vigo, panorami più dolci, ricchi di isole e spiagge sabbiose).
Si va in Galizia anche per la Storia, sinonimo di Cultura, Arte, Religione, mirabilmente espresse lungo il Camino de Santiago, la cui parte finale (El Camino Gallego) esalta per la ricchezza di bellezze artistiche, la varietà dei paesaggi e l’avvicinarsi alla sospirata mèta finale.
L’Europa –bene scrisse Goethe- si formò con i pellegrinaggi a Compostela.
La Storia è di casa in Galizia, si visitano i “Castros” celtiberi, a Lugo le Legioni di Roma costruirono possenti Mura giunte ai nostri giorni.
E non manca il Folklore risalente alle origini celtiche. Per godere il suono delle cornamuse (le “gaitas”) non occorre andare in Scozia, in Galizia abbondano. Come alcune Fiestas tipiche: in primavera ed estate durante la Rapa das Bestas si tosano i cavalli allo stato brado.
Quanto alla gastronomia, la sola degustazione dei famosi “mariscos” (frutti di mare) “vale un viaggio” in Galizia.

venerdì 18 aprile 2008

Pieghevole (leaflet) X: Il museo del Cammino

Il borgo di Pedrafita do Cebreiro (LU) ritrovo di sosta sul *Camino a Santiago* vincolato all'ordine del Temple è un museo all'aperto piazzato in mezzo alle montagne lughense che formano O Caurel e Os Ancares, è il primo luogo della Galizia da cui ci si può raggiungere Santiago a piedi (100Chm.) e addirittura essere premiato dalla *Compostelana*, cammino mistico e leggendario ormai noto grazie, tra altro, ai lavori del parroco di questo villaggio *Elias Valiña Sampedro* che nel '84 aveva iniziato la segnaletica della rotta con le sue caracteristiche fleccie gialle, ma qui si può anche trovare, ben conservate e radunate attorno formando un insieme etnografico, l'antiche capanne montanare chiamate *Pallozas* che sono delle costruzioni celtiche adatte al clima montanaro hanno un pianterreno privo di vani, tranne quello destinato a stalla o un altro vano a camerata, disposizione questa con lo scopo d'uniformare il caldo della stanza, il loro tetto di paglia è retto da un pilastro centrale ed è a forma conica su una muratura circolare da agevolare lo scrollarsi della neve e per non far resistenza al vento, il resto della stanza è arredata da una *lareira* e altri elementi della vita quotidiana e agricola.
La capanna principale del complesso si trova vicina al santuario di *Santa Maria la Real*, una gioia dell'arte prerromanica del IX secolo antico priorato e ospedale in cui si accudiva i pellegrini ed é la seconda chiesa più visitata nella Galizia dopo il duomo di Santiago chiamato così in onore alla sua patrona *Santa Maria* rappresentata seduta con un bimbo in grembo e Real perche è stata protteta dai Re da lungo, qui si conserva l'antico calice raffigurato nello stemma di Galizia.

mercoledì 16 aprile 2008

Pieghevole (leaflet) IX: Museo de Iconos

Nel comune ourensano di *Bande* e di fronte alla chiesa visigotica di *Santa Comba de Bande*, una gioia del XII secolo degna d'essere visitata, si trova un piccolo museo chiamato Museo dell'Icone pieno d'opere raccolte dalla appasionata dell'arte bizantina e professoresa di tecniche di sbalzamento su metalli Mª Soleda Blanco che ha arredato una piccola stalla d'un Pazo per esporre una centenaia d'opere dall'arte bizantina a sculture greche e romane inoltre ha varie tavole del gotico o rinascimentali. Un altro angolo alberga una collezione di antici specchi, cofanetti e scatole, orologi, altresì una mostra di smalti a freddo, ceramiche e acquarelli.
Alcune icone esposte sono state dipinte cento anni fa secondo la tecnica *tempera all'uovo*, cioè un antico metodo mescolando tuorlo e acqua con i colori in polvere per rendere l'opera luccicante e colorita col passare del tempo, poichè i colori avevano un forte significato nelle icone.

lunedì 14 aprile 2008

Barche al Sole

Il traghetto tra la penisola di O Morrazo e la città di Vigo collega ogni giorno 2.200 vicini di Cangas e Moaña che si recano a Vigo per lavoro, studio o per fare consulte agli ospedali, con un costo di 2,10€ il viaggio, ma oggi questo mezzo di trasporto è minacciato dal calo degli usuari e anche dalla direttiva dell'UE che obbliga la sua liberazione.
I traghettamenti tra le sponde della ria erano normali fino agli '80, ma con lo sviluppo delle vie stradali si sono dimessi come quello tra Riveira e Vilagarcia scomparso a causa della costruzione del Ponte di Catoira che guada la ria d'Arousa. Allo stesso modo la costruzione del ponte di Rande 28 anni fa, la recente assenza di pedaglio nel tratto dell'autopista tra Cangas e Vigo, la cosidetta direttiva, il costante aumento del carburante fanno veri colpi al sistema di flottazione dell'ultimo traghetto che persiste di forma regulare nella Galizia atlantica. L'unica ditta che sfrutta queste linee marittime *Naviera Mar de Ons* le considera giá deficitarie sostentate solo dai traghetti che fanno le rotte turistiche all'isole Cíes e se ci arrivano le nuove nove compagnie che sono in attesa questo servizio di spostamento che l'anno scorso ha imbarcato quasi 87 mila viaggiatori sarà, quindi in rischio.
Già nel 1745 il prete Sarmiento fecce referenza su uno dei suoi libri dell'esistenza d'un molo di legno nel luogo *O Con* (Moaña) e che avevano 14 rotte fisse lungo la ria di Vigo fatte da barche a vela e remo.

sabato 12 aprile 2008

Gerghi dimenticati

Un tempo fa ogni mestiere ambulante e tradizionale della Galizia aveva la propria parlata (gz.:fala), cioé una lingua specifica con termini propri in ogni mestieri come: gli affilatori (gz.:afiador), i panierai e gli scalpellatori di granito (g.:canteiros), purtroppo la maggior parte dei mestieri e i professionisti che svolgono queste attività, custodi del gergo (gz.:xerga), si sono persi nel tempo nonostante certe espressioni seguono ancora vive in certe zone della Galizia sebbene vengono usate per sprimere idee diverse da quei linguaggi.
Pur essendo quasi svaniti ancora: il gergo *Barallete* è usato dagli affilatori e ombrellai nella provincia di Ourense e lo si puó ascoltare nel comune di Nogueira da Ramuín; il *Latín dos Chafouzas* viene usato dai muratori di Goián; il *Latín dos gardeiros* proprio dei panierai di Mondariz; o la parlata *Verbo dos Arxinas* conosciuta come *O Latín dos Canteiros* proveniente della Provincia di Pontevedra, ma alcuni altri si sono spariti col passare del tempo o comunque hanno mutato lasciando perdere la condizione e carattere che faceva necessaria l'esistenza del gergo.
I gerghi dei mestieri erano usati con lo solo scopo di nascondere o celare i messaggi tra loro alla gente altrui all'attività e alla loro vita, nati nel seno degli ambulanti lontani dalla loro casa, con la necessità di comunicarsi in libertà tra loro, queste parlate diedero un certo ceto sociale ai suoi parlanti.

giovedì 10 aprile 2008

Pieghevole (leaflet) VIII: Museo Gallego da Marioneta

Il *Museo Gallego de la Marioneta* meglio conosciuto da *Museo do Títere* é situato nella città di Lalín innaugurato a Ottobre 2001 grazie alla collaborazione della compagnia di burattini *Viravolta* col comune. Viravolta insieme alla compagnia di marionette *Seisdedos* nate nella comarca del Deza sono l'organizzatrici di corsi vari per i professionisti quanto per i maestri di scuola e sono anche l'incaricate di gestire questo spazio dove prendono l'occasione per mostrarci le quinte e l'arte di muovere i fili attraverso una collezione permanente formata da oltre 300 oggetti tra burattini e pupazzi con cui intende promuovere il godersi della mimica di questi omini fatti di legno e cartapesta, inoltre il museo rinnuova ogni anno il suo fondo con nuovi libri, libretti, video, riviste, locandine e cartelloni e altri attrezzi di quest'arte. Il Museo ha anche in programma delle sceneggiature come: *Titirientroido*, *Titirideza* y *Cantos y Cuentos de la Navidad* per trastullare le giornate insieme ai veri piccoli.
Gli inizi di questo museo risalgono all'anno 1998 quando al Museo *Ramón María Aller* si allestì un'esposizione commemorativa per celebrare il 15essimo anniversario della prima messa in scena della compagnia *Viravolta*.

Di seguito vi indico altri musei del genere della Spagna e l'Italia:
SPAGNA:
Bilboko Txotxongilo Dokumentazio-Bilduma Zentrua Calle Barrainkua, 5 - 48009 BILBAO http://www.pantzerki.com/

Colección Taraneya de Títeres del Sudeste Asiático Plaza La Litera, 20 - 22500 BINÉFAR (Huesca)http://es.geocities.com/taraneya
Institut del Teatre de la Diputación de Barcelona Almogavers, 177 - 08018 BARCELONAhttp://www.diba.es/iteatre
Marionetarium (Marionetas de Herta Frankel) Parc d'Atraccions - Plaça del Tibidado, 3i 4 - 08035 BARCELONAhttp://www.marionetarium.com/
MITA - Museu Internacional del Titelles d'Albaida Palau dels Marquesos d'Albaida - Plaza Major, 7 - 46860 ALBAIDAhttp://www.albaida.org/mita/mita.htm

ITALIA:
Agrigentum Istituto Ricerche Studi Arte Popolare Piazza Amagione, 9 - 92100 AGRIGENTO (AG) http://www.irsap-agrigentum.it/index.html

Biblioteca e Raccolta Teatrale del Burcardo della S.I.A.E Via del Sudario, 44 - 00186 ROMA (RM) http://www.theatrelibrary.org/

La Casa delle Marionette Via Casalborgone, 16 - 10132 TORINO (TO) http://www.marionettegrilli.com/museo.htm

Collezione di Giordano Ferrari - Il Castello dei BurattiniMusei Civici di San Paolo - Via Melloni, 3/a - 43100 PARMAhttp://www.comune.parma.it/castellodeiburattini

Fondazione Famiglia Sarzi Via Chiesa Vecchia, Pieve Rossa, 24 - 42011 BAGNOLO IN PIANOhttp://www.fondazionesarzi.it/

Museo dei Burattini e delle FigureVillainferno - 48015 CERVIA (RA)http://www.arrivanodalmare.it/

Museo del Burattino Zanella Pasqualini Teatrino dell'Es - Via Pederzana, 5 - 40050 VILLANOVA DI CASTENASO (BO) http://www.teatrinodelles.com/museo

Museo delle Marionette Via Gavino, 144 R - 16014 CAMPOMORONE (GE) http://www.campomorone.ge.liguriainrete.it/

Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e RoveretoPalazzo delle Albere - Via da Sanseverino, 45 - 38100 TRENTE http://www.mart.trento.it/

Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino Associazione per la conservazione delle tradizioni popolariVia Butera, 1 - 90133 PALERMO (PA) http://www.museomarionettepalermo.it/

Teatrino di Marionette dell'Ottocento Rissone Viale IV Novembre, 3 - 16121 GENOVA (GE) http://www.provincia.genova.it/mbda/serv05.htm

Teatro delle Marionette degli AccettellaPiazza Gondar, 22 - 00199 ROMA http://www.accettellateatro.it/

Teatro-Museo dell'Opera dei PupiVia Nazionale per Catania, 195 - 95024 ACIREALE (CT)http://www.operadeipupi.com/

martedì 8 aprile 2008

Pieghevole (leaflet) VII: Museo da Escola e a Infancia

Il luogo dove tutti possiamo rinascere e spassarci il tempo giocando come quando eravamo bambini e facevamo la scuola si chiama *Museo da Escola* arredato da centenaia di libri scolastici del XIX, gioccatoli, ritagli e ricordi del proprio passato e altrui, simboli che attirano tanto i padri quanto ai loro rampolli; Questo museo è situato nell'antico collegio religioso *Santa Leonor* nel famoso comune per avere l'unica stazione sciistica della Galizia *A Pobra de Trives*.
Nel 1908 i fratelli delle scuole cristiane La Salle arrivarono a Trives risidiendo inizialmente nel palazzo che oggi é un ostello per poi traslocarsi all'edificio che alberga il museo dove si hanno istruiti generazioni di trivesi, per tuttociò quest'anno si celebrano vari manifestazioni per i centi anni dell'avvento.
Appena varcato la porta d'ingresso il visitatore s'immerge in un'altro tempo, quello da bambino, attraverso gli scaffali, i banchi, le pareti, le scravanie ripieni di libri, matite, pennarelli, lavagne, enciclopedie, cartoncini ritagliabili, temperamatite, fumetti, astucci, perfino i contratti di assunzione dei maestri del 1923, così come panneli imformativi di come s'insegnava e l'abitudini nella scuola d'allora.
Il museo è anche un centro d'interpretazione storico-culturale della comarca in cui c'è la mostra permanente *La Montaña de la Vida* un percorso guidato per la musica, le immagini, l'usanze e la storia, dai tempi romani ad oggi, dei montagnari che abitavano e abitano i monti che circondano Trives.

domenica 6 aprile 2008

Da Esmelle a Venezia

Racconta una leggenda che la pioggerella (gz.:orballo) calata sui campi di *Esmelle* durante la nottata di *San Juan* ha poteri curativi, anzi i più vecchi della *val de esmelle* ci narrano ancora oggi delle vicende avvenute cent'anni fa: come quella d'una donna affetta di rogna che era stata rincorsa dai paesani per tutto il villaggio fino ad arrivare alla boscaglia vicina perché fosse bagnata da questa mite pioggia, guarda caso, la moglie guarì.
Questi miti e leggende, così come costumi, tradizioni, feste, e riti sono stati raccolti e registrati col magnetofono di casa in casa formando parte dell'archivio immateriale del *Progetto Esmelle* arrichito inoltre da oltre 1300 antiche foto scattate da un conosciuto vicino, questa iniziativa collettiva che intende rivalorizzare questa valle situata nella parrocchia di Esmelle, un villaggio di 600 abitanti a 8 Chm. dal *Ferrol*, mediante il recupero del patrimonio materiale e immateriale della zona, nonché l'approfittarsi delle risorse naturali.
Prima della fine 2003 data del via dei lavori, l'associazione di vicini della valle di Esmelle aveva edito un rotocalco con motivo della festa patronale del borgo su cui riferivano il ricco patrimonio etnografico che hanno, ma sconosciuto tra i paesani, questo fatto stuzzica la coscienza collettiva nel riflettere sulla loro identità e l'origine del villaggio; Gli inizi, però non erano stati facili perché bisognava convincere gli scettici contadini, patroni dei 22 mulini abbandonati della zona, che acconsentiessero il loro arredamento cedendo col vedere come aveva rimasto il primo mulino assettato il *Muiño de Outeiro*.
I membri di questa esemplare comunità lavora ancora oggi le domeniche per avverare il progetto, tutto questo sforzo è stato ricompensato nel 2005 con un premio Agader per la sua coesione nell'ambito rurale e per la sua buona pratica nello sviluppo sostenibile, anche il borgo è appena stato eletto dal *Comité habitat español* del *Ministerio di Vivienda* per participare nei VII premi internazionali delle buone pratiche dell'UN, questa impresa riceve anche aiuti economici dalla Xunta, dalla Deputación da coruña e dal comune di Ferrol.
Venti e due mulini, fontane, croci (gz.:cruceiros), lavatoi (gz..lavandoiros), horreos, dolmen (gz.:mámoa), una pieve del XVII secolo e perfino un castro sono alcuni degli elementi architettonici etnografici catalogati dall'associazione che dovrá sistemare, finora ne ha strappato dalla selva i mulini di *Outeiro* e *das Salgueiras* e ha sgombrato la fontana *da Evarista*, ma gli impegni sono tanti, dai lavori di scalpellatura (g.:cantería), la segnaletica degli itinerari di sentierismo, la coltivazione delle specie autoctone ai corsi sullo sfruttamento sostenibile del monte e alla creazione d'un museo etnografico presso il *Muiño do Ferreiro*.
Tra le rotte di sentierismo disegnate si trova la *Ruta dei sensi* sulla quale si può sentire al tatto la rugosità degli alberi, odorare il profumo dei fiori mentre si gusta una frutta silvestre ascoltando lo scorrere dell'acqua e alla fine contemplare il firmamento tempestato accompagnato dalla natura.
Un altro itinerario è quello del *Camiño do Mago Merlín* che trascorre vicino al mulino di Outeiro in cui c'è una statua in onore allo stregone protagonista di *Merlín e familia* che abitava questa selva, prosa scritta dal fantasioso scrittore e uno dei principali della letteratura galiziana *Alvaro Cunqueiro* che scrise quasi alla fine della sua vita in lingua spagnola *Vida y fugas de Fanto Fantini della Gherardesca* incentrato sulle vicissitudini del capitano Fanto nato a Borgo San Sepolcro in aprile del 1450 insieme al suo cavallo *Lionfante*, sì, proprio quei che aveva fatto la famosa arringa davanti il senato della serenissima repubblica di Venezia con l'intenzione di scagionare il suo patrone.

venerdì 4 aprile 2008

Matematica sacra

Applicandosi la formula matematica di Karl Friederich Gauss quest'anno, quindi, non si è celebrata la ricorrenza d'inverno in onore a *San Beito* perchè il 21 Marzo fa coincidenza col venerdì santo e liturgicamente non si può fare messa, questo accade ogni 95 anni e l'ultimo fallimento della festività fu nel 1913, cioè ogni generazione le tocca; La celebrazione della Pasqua, la crocefissione e resurrezione di Gesù, fu stabilita durante il Concilio di Nicea nel 325 d.c, la domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera per non farla coincidere con la Pasqua Ebraica che le chiese orientali di Siria, Cilicia e Mesopotamia determinavano a partire dal calendario ebraico, mentre Alessandria e Roma invece seguivano un calcolo differente, attribuito a papa Sotero.
Ma il martedì dopo pasqua, i fedeli hanno raggiunto la chiesa di Santa Cristina nella parrocchia di Cobas nel comune di Meaño per onorare *San Beito de Palermo*, equivale al Benito degli spagnoli e al Benedito o Bento dei portoghesi, santo nero avvocato delle anime del purgatorio, guaritore dei mali della pelle e della mente. Nel tempio si conserva una statua di San Beito della seconda metà del secolo XVII. La statua di legno è coperta da un mantello di stoffa, ha un crocifisso nella destra e regge un teschio sul palmo della sinistra, da cui pendono alcuni nastri usati per appendere ed esibire le banconote offerte dai devoti.
Matematicamente i lunedì di pasqua si celebra tutti gli anni al *Monasterio da Armenteira* nel comune di Meis la sagra in onore alla *Virxe das Cabezas*, una santa specialista in guarire emicranie, mal di testa e tutte le malattie di questa parte del corpo, anzi fa miracoli con gli esami. I devoti arrivano da tutto O salnés portando in mano *os exvotos* in forma di testa per ringraziare la santa e participando alle messe agni ora durate tutto il giorno.

Un'altra *Romería* è avvenuta la domenica dopo pasqua nella parrocchia di *Paradela* del comune di Meis dove si fa una oblazione a *San Gregorio* con un gigante *Bolo*, questa volta la dolce offerta è stata composta da oltre 6 mila uova dentro di 40chili di massa e poi di ascoltare la messa è stato elargito tra i pellegrini giunti dai borghi vicini.

mercoledì 2 aprile 2008

Pieghevole (leaflet) VI: Casa-Museo Pazo da Cruz

Nella parrocchia San Pedro da Hermida del comune di Santiago de Covelo (PO) si trova un bel spazio dedicato all'etnografia dove si ricrea l'ambiente della Galizia rurale e signorile dei secoli passati, presso il *Pazo da Cruz* del XVIII secolo, attraverso oltre 3800 oggetti e altri tanti documenti, foto e materiale audivisivi che l'entusiasta Maximino F. Sendín ha raccolto durante 30 anni; A parte di ammirare l'insieme architettonico tradizionale della comarca, poichè il *Pazo* conserva ancora il mobilio dell'epoca, il suo portone d'ingresso in legno e il cortile interno, le scale e i muri, tutti lastricati in granito, il visitatore potrà anche guardare l'esposizione permanente proggetata dal *Centro di studi A Paradanta* sulla *Storia del pane, cereali, mulini e forni dal neolitico a oggi*, e un'altra collezione dedicata alla *Storia delle chiavi e le serrature*.
Insomma la *Casa-Museo Pazo da Cruz* è il luogo in cui si tocca, si participa in vivo degli antici mestieri dal panieraio a quelli dello zoccolaio (gz.:tamanqueiro) e dove si sente gli odori di questa terra che ci desta i sensi e ci trascina a rivivire gli anni di nostri nonni.