giovedì 6 novembre 2008

Racconti da Muxía


Il Pellegrinaggio a San Jacopo di Compostella e in particolare il suo prolungamento a Fisterra e Muxía in provincia di Coruña sta vivendo la sua epoca dorata.
Dei pellegrinaggi fino alla fine del mondo ci sono diversi racconti scritti da secoli e in molti furono fatti dai pellegrini stranieri che visitavano la Galizia, quindi il Centro Italiano di Studi Compostellani di Perugia tutelato dal riconosciuto studioso del mondo Jacopeo: Paolo Gaucci von Saucken ha riedito un libro del pellegrinaggio che il francescano Gian Lorenzo Buonafede Vanti fece a Muxía i primi anni del XVIII secolo, questo volume è stato diretto da Guido Tamburlini. L'umanista Buonafede Vanti professore di teologia a Bologna pellegrinò tra il 30 aprile del 1717 e il 4 maggio del 1718, un anno durante il quale scrisse 12 lettere ad un suo amico raccontandogli con dovizia di particulari i luoghi per cui passava, rilevando l'importanza del culto alla *Virxe da Barca* a Muxía in una piccola e rovinosa cappella in cui i poveri fedeli che ci assistevano erano contadini, marinai e donne che vendevano pizzi al tombolo alla porte del tempio.

Questa venerazione si puó considerare, come in altri casi, una cristianizzazione d'un culto antico giacché la situazione del santuario su un capo affacciato all'Atlantico ci porta a ragguagliare l'antiche credenze dell'isola del paradiso con la credenza medievale sull'aldilà, da dove vengono i santi sorcando l'oceano su barche di pietra.
Comunque la leggenda ci racconta che l'Apostolo Santiago, nel suo pellegrinaggio per queste terre, si sostò a Muxía per predicare e supplicare al Signore che fermasse l'ostilità tra i popoli, laddove vide venire la Vergine su una barca di pietra guidata dagli angeli, comunicandogli il successo delle sue preghiere e chiedendogli il suo ritorno a Gerusalemme, in gratitudine l'Apostolo fece erigere un altare in un grotta sotto le roccie lì vicine. Di tutto questo lo attestano le tre pietre sacre che ciascuna ha un suo rituale: *A Pedra dos Cadrís(it.:reni)* che simboleggia la barca, *A Pedra de Abalar(it.:dondolare)* ch'è vela e *A Pedra do Temón* ch'è timone.

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