lunedì 31 marzo 2008

I corvi bianchi parlano Galiziano

Nella prestigiosa lista 2008 *White Ravens Catalogue* indetta dalla casa editrice tedesca ICDL si è accluso il libro *O sorriso de Daniela* scritto da Carmen Gil e illustrato dall'argentina Rebeca Luciani, edito dalla casa editrice galiziana Kalandraka per essere uno dei migliori album per ragazzi pubblicati in Spagna l'anno scorso che è già stato presente nella itirenante *Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'infanzia* tenutasi alla fine dell'anno scorso a Sarmede (TV), questa lista in cui apparino ogni anno i 250 migliori libri infantili, giunti da oltre 50 paesi e in 30 lingue varie, è elencata di solito da una giuria composta di linguisti di vari paesi presso la *Biblioteca Internazionale della gioventù*.
Questo libro che narra delle storie legate da un filo: il sorriso che si contagia da un personaggio ad un altro provocandogli ottimismo fino a arrivare a Daniela, sarà presente nella 45a edizione della *Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi* che si terrà a Bologna tra il 31 marzo e il 3 aprile 2008 in cui kalandraka participa come espositore e mostrerà anche la sua collezione in Italiano *Libri per sognare*, ugualmente sarà presente con oltre 70 titoli (tradotti in varie lingue compreso l'italiano) un'altra casa editrice galiziana OQO che in questa edizione riceverà una menzione dei premi *Bologna Ragazzi Award* nella categoria fiction per il suo libro *Gran libro de los retratos de animales*, un altro libro di questa casa *Ovos duros* che è un racconto popolare del Magred è anche stato premiato con una menzione speciale agli *White Ravens*.
La raccolta *As fábulas de Leonardo da Vinci* in Galiziano è appena stata pubblicata da *Cumio* la cui traduzione è stata fatta da Susana Rodriguez Bercia con illustrazioni a cura di Rossana Casano, c'è anche una versione in Asturianu, mentre le versioni in lingua Catalana e Spagnola vengono stampate da *Ellago*.

domenica 16 marzo 2008

V.P.

Avevo Raccontato,
Raccontai,
Raccontavo e
Talvolta
Racconto


Per primo vorrei desiderarvi delle buone vacanze di Pasqua e ci vediamo il prossimo mese d'Aprile; E per non lasciare del tutto il nostro inserimento della lingua italiana mi raccomando, dunque, di fare qualche dettato di fiabe come quella di *Nonsò* dello scrittore e poeta Guido Gozzano.

Buon lavoro!

venerdì 14 marzo 2008

Lì dove nasce il giallo

Era il 20 dicembre 1940 mentre vari operai in un fondo(gz.:Leira) della *Veiga de las Silgadas* parrocchia questa di *Caldas de Reis* facevano dei bucchi dove conficcare i pali per il sostegno delle viti quando si trovarono per caso di fronte ad un tesoro, cioè, un groviglio di cerchi, che al primo colpo credevano che erano dei pezzi in rame o bronzo, perciò dicevano in modo scherzoso agli altri compagni "Venite qua! nasce oro", poi fecero vari scavi trovandocene 27 chili di braccialetti e tre vasi, ma continuarono lavorando finché finisse la giornata senza badarne quando si accorsero che tutto quello era Oro fu allora quando bisognava spartire il bottino tra tutti dopo d'aversi giurati di stare zitti e di non svelare il segreto; I braccianti, dunque, cominciarono a svendere il tesoro per tutta la provincia e due di quei si recarono anche a Vilagarcia provando di venderne ad un gioielliere e ad un protesista dentale poichè a quell'epoca la dentatura finta si faceva in oro.
Il caso finì alla fine davanti alla Guardia Civile dopo di che alcuni di questi signori che erano in disaccordo sulla ripartizione fatta le riferirono tutto, la *benemerita* quindi riuscì recuperarne soltanto 15 chili d'oro prima che finessero sciolti nel crogiolo.

Oggi tutto questo tesoro precristiano uno dei più importanti d'Europa che risale all'età del bronzo tra III-II secolo a.c. e si crede che appartenesse a un magazzino tribale a riparo dall'invasioni, ancora solleva enigme e fascini lì dove *nasce l'oro*; Lo si può ammirare in una teca presso il Museo di Pontevedra ed è composto da 28 braccialetti, due brocche, due vasi, una collanna, un monile, un pettine o forcella, tre lingotti, e vari maglie e cerchi.

mercoledì 12 marzo 2008

Pieghevole (leaflet) V: Museo Torre de Celas

Nel comune corugnese di Culleredo c'è la *Torre de Celas* appartenente ad un edificio medievale turrito distrutto dagli *Irmadiños* di proprietà dei *Conti di Andrade* che risale al 1395 circa e ricostrutto nel XV secolo; Oggi, però, resta soltanto una torre adibita negli '90 a museo che alberga costumi e attrezzi dei mestieri tradizionali smistati su tre piani, i due ultimi piani sono destinati ad esporre gli abbigliamenti tradizionali di diverse epoche e zone così come una assortita raccolta di zoccoli il tutto spiegato mediante pannelli illustrativi dagli utensili impiegati dallo zoccolaio e la tessetrice ai processi lavorati degli uffici, accanto a lui si trova la cappella romanica di Santa Maria de Celas che possibilmente formava parte di quel castello.
La torre è di base quadrata di lato 8 mt e alta 12 mt che spicca in mezzo ad un parco comunale, saliti a questa vedetta si guarda all'ingiù tutta la *Valle da Veiga*


lunedì 10 marzo 2008

Pieghevole (leaflet) IV: A Casa da Troia


La pensione universitaria più famosa di Spagna continua con le sue porte spalancate, ma oggi non offre mai vitto e soggiorno agli universitandi come alla fine del XIX secolo (1886-1906) bensì perché migliaia di turisti ammirino la *casa-museo de la troya* attirati dalle vicissitudine vissute dai personaggi dell'ononimo romanzo di Alejandro Pérez Lugín già alla 70essima edizione che fin dalla prima edizione da 1600 esemplari nel 1915 con frontespizio di Castelao riscuote successo, è stato anche tradotto a lingue varie e portato al teatro, alla zarzuela, al cinema da Rafael Gil nel 1959 e piú volte rifatta, fino ad essere usato come testo educativo nelle scuole e l'università.
Nel centro monumentale di Santiago si alza la *Casa de la Troya* un edificio di tre piani, con scantinato e soffita che è stato innaugurato il 27 febbraio 1993 a museo, dopo d'essere dimesso negli '70, nella sua restaurazione si sono usati materiali e mobili dell'epoca come può comprovare il visitante al vedere, dopo aver varcato l'ingresso, la piccola stanza nomigliata la *Sala di rispetto* dove gli studenti attendevano i loro familiari e era adibita anche a stanza da pranzo o da studio in cui spesso la Tuna Compostelana arrangiava i suoi brani; Al secondo piano ci sono due vani: una camerata e l'altro una camera da letto su cui lo studente aveva diritto di soggiorno se pagava una peseta di più, era la camera che apparteneva a Gerardo Roquer protagonista del romanzo; Nella soffita per approffitare meglio la luce naturale e agevolare la fuga del fumo si trova l'antica cucina(gz.:Lareira) e c'è anche la camera della patrona (Doña Generosa nel romanzo); La casa è arredata anche dalle foto dei personaggi reali e quelli fittizi: Manuel Casás (Manolito Casás), Javier Puig (Javierito Flama) o Jacobo Gil Villanueva (Don Servando).

sabato 8 marzo 2008

The Old Books about Galicia

Da sinistra a destra: *Spain Revisited* dell'autrice britannica C.Gasquoine Hartley che nel 1911 editò anche *A Summer Holiday in Galicia*; *Spanish Galicia* del britannico Aubrey F.G. Bell pubblicato nel 1922 con cui intende sfatare certi miti; *Gatherings from Spain* riassunto di *Hand-book For Travelers in Spain* pubblicato nel 1845 da Richard Ford; *Portugal and Galicia* nel 1836 il conte Henry Herbert of Carnarvon riuscì a scrivere questo libro dopo di essere fermato due volte; *A Corner of Spain* a cura dell'inglese Walter Wood del 1910; *Northern Spain* scritto dal anche pittore Edgar Wigram nel 1906; *Galicia: The Switzerland of Spain* è un dei libri di viaggio più conosciuto scritto da Annete Meakin nel 1909; *A Note Book in Northern Spain* una faceta guida sulla Galizia e i Galiziani pubblicato nel 1898 dall'Americano Archer M. Huntington.

Di Galizia si ha scritto in parecchi libri sin dall'inizio del medioevo grazie al pellegrinaggio a Santiago, ma dal XIX secolo in poi la maggior letteratura di viaggio su Galizia venne editata a Londra e in inglese, decine di titoli formano la cosidetta biblioteca Anglo-Galiziana presso la Università di Londra che raramente ha conosciuto una seconda riedizione neanche è stata tradotta allo spagnolo, ma provvista da una apprezzabile fonte di foto e dipinti della Galizia dell'epoca.
Allo stesso tempo che Granada era descritta da Irving o Gerald Brenan, l'inglese George Borrow invogliato da Ford percorse la Spagna e arrivava alla *incivile* Galizia dove scrisse parte del suo libro di viaggio *The Bible in Spain, or the Journey, Adventures, and Imprisonment of an Englishman in an Attempt to Circulate the Scriptures in the Peninsula* (London, 1843), tradotto da Manuel Azaña come *La Biblia en España*, il quale aprirà la strada ad altri romantici avventurieri tanto britannici come americani che cercavano un angolo recondito dove narrare le loro vedute e anche piangere nel vedere la cattiva forma di sfruttare le risorse, forse prevedevano la gran diaspora.
In genere spiegavano che la Galizia era una regione di gran potenziale, ma scarsamente collegata e con una pessima classe dirigente; Gustavano dell'archittetura religiosa riflesso sul dipinto a fianco della chiesa di A Esclavitud (Padrón) di Wigram.
"Pare un bel luogo dagli incantesimi e dalla bruma blu delle colline che la circondano dove potrebbe vivere e morire un poeta" scrisse Annette.
"Galizia è un delizioso paese quando brilla il sole e non ci capita in un brutto ostello" disse Carnavon nel suo viaggio da Padrón a Redondela.
"Trovai le donne lavoratrice galiziane più robuste e intelligenti di quelle del ceto benestante, che tentano essere alla moda " disse Gasquoine stupita del fatto come le contadine trasportavano i paniere sulla testa.

giovedì 6 marzo 2008

I peperoni rinfrescati

Ogni seme è un piccolo tesoro, un nostrano patrimonio da conservare, così potrebbe essere il motto del CIAM Centro di Ricerche Agrarie di Mabegondo (C) che durante 30 anni è stato ricavando, etichettando e conservando i sementi delle diverse piante autoctone per tutto il territorio della Galizia, una impresa sfacchinata da proteggere ed evitare la loro scomparsa a causa delle possibili pandemie di pieghe ovvero le alterazioni del clima; Sono già oltre 2600 i tipi di piante autoctone che l'ente serba a una temperatura di 3º-4º gradi e ad una umidità relativa del 50%, contuttociò il periodo di fertilità dei semi è tra 15-18 anni dopo di che vengono ricoltivati dai tecnici per rinfrescare la sua banca in cui c'è una ampia varietà di semi tra circa 700 campioni individuati di mais e 87 piante diverse come quella chiamata *Callobre*, che è stata spostata da specie americane più sfruttabili, la quale sarà usata dalla Federazione Galiziana di Panettieri per creare un nuovo pane DOP, 53 tipi di segale giunti da 33 comuni diversi, 403 tipi di mele come quella di Camoesa (PO) o la chiamata Reineta (LU), 246 tipi di pere, 30 tipi di ciliegi, 19 di cepolle, 20 tipi di peperoni, mille erbe da pascolo come il trifoglio,ecc.
Questo laboratorio, però, non si dedica a custodire solo il patrimonio agronomico di Galizia nonché sperimenta nuovi innesti, per essempio, al peperone galiziano gli affetta la *tristeza* un tipo di fungo che lo decima, e gli investigatori del centro hanno trovato un rimedio, cioè hanno creato un ibrido tra uno autoctono e il peperoncino piccante(guindilla) che si fa forte alla piaga.
Ma il centro ha anche il compito di considerare la specie che ha un *alto rischio di erosione genetica* da poter certificarla IGP, come nei casi dei peperoni di Oimbra, di Arnoia, di O couto, di Herbón che dovuto alle piaghe e ai successivi accopiamenti con altri ceppi sono stati alterati in parte il loro primitivo lignaggio.

martedì 4 marzo 2008

Pieghevole (leaflet) III: Museo do Alfar

Da secoli il paese di Buño è stato in Galizia un referente nella produzione d'ogni tipo d'articoli manufatti con l'argilla e per intendere dal vivo l'importanza delle botteghe di vasi e l'opere degli artigiani dovete ricarvi a questo borgo corugnese che dal 1997 ha allestito il Museo do Alfar presso il Centro Comarcale di Bergantiños; Nel museo, che riceve oltre 30 mila visitatori annuo, possiate inoltrarvi nel mondo dei vasai (gz:Oleiros) dagli scavi del fango al mercato artigianale mediante l'audiovisione dei pannelli, passeggiando anche tra i disegni del XVIII secolo e le ceramiche tradizionali dal '700 al '900 che condividono lo spazio con quelle più moderne che i paesani (c'erano 110 olerias ai primi del XX) della zona continuano a lavorarne con le antiche tecniche di questo ancestrale mestiere.
In questo edificio possiate anche far visita alle altre sale dove si espongono la storia della comarca e il modo di vita d'altri mestieri come i marinai e i *percebeiros*.
E senza lasciare il paese di Buño possiate visitare un nuovo e fornito museo *Ecomuseo do forno do forte* costruito su una antica casa di vasai con il suo tradizionale forno accanto dove è possibile spassare il tempo seduti di fronte ad un tornio da vasaio elaborando una brocca da ricordo.

domenica 2 marzo 2008

La scherma lusitana-galiziana

Il bastone insieme alla pietra furono le prime armi che gli umani usarono per difendersi o combattarsi che tramandò fino noi come un'arte marziale chiamata *lotta a canne* o più attenuante *gioco a canne* che si trova in quasi tutte le culture del mondo (vedi elenco) con le sue particolari regole e tactiche, a grosso modo, due contendenti si fronteggiano per *giocare* una specie di scherma in cui uno degli sfidanti attaca mentre l'altro cerca di difendersi o schiva gli affondi sbozzando così loro, a vicenda, una danza.
In Galicia questo patrimonio immateriale ci arrivò dal Portogallo, ma all'inizio degli '40 aveva già perso la sua popolarità rimanendo soltanto nei proverbi e nei racconti contadini, ancora oggi, i più vecchi se ne ricordano quando andavano alle feste dei borghi che finivano spesso con queste danze,anzi, le dispute per motivi di donne si dirimevano a bastonate. Oltre al Portogallo quest'arte si sta recuperando in Spagna attraverso associazioni sportive-culturali.
PORTOGALLO (Jogo do pau, Xogo do pau, Bastao corto)
FRANCIA (Canne de Combat y Bâton francais) http://www.batoncanne.com/
ISOLE CANARIE
VENEZUELA


sabato 1 marzo 2008

L'ultima meraviglia del romanico galiziano

Durante i lavori di restauro della *Basilica di San Martiño* nel comune di Foz (LU) è affiorato un gruppo di policromie che risale al XII secolo e se ne potrebbe considerare testimonio di quello che avesse potuto essere l'antica cattedrale di Santiago; Questi affreschi stanno sull'intonaco nell'abside del lato Nord del transetto rappresentando, con buona tecnica, scene d'un apostolato e d'una assunzione, secondo ce ne riferisce il Museo Nazionale d'Arte di Catalugna indaffarato nello studio iconografico, anzi, sono le policromie più antiche ed importanti di Galizia.
La scoperta attira ancora di più l'interesse e il fascino su questo duomo unico in Galizia ove congiungono elementi dall'arte asturiano all'arte romanico lombardo-pirenaico o l'arte pre-romanico galiziano fin dall'inizio della sua costruzione approfittò le mura di un'antica chiesa, e anche schiarisce il disappunto tra gli esperti sulla datazione degli affreschi a secco, che si trovano sullo stesso muro più in basso dove sono dipinti: tre cavalieri, gli Re Maghi, la parabola del ricco Epulón e il povero Lázaro, e il risorgimento di Lázaro, datati per alcuni dopo il XII secolo, addirittura la loro disposizione, tecnica, e iconografia li vincolano alle pitture di Sant-Aignan di Brinay-sur-Cher (Berry) del romanico del centro-ovest di Francia, simili alle miniature sul codice *Tumbo A* presso la biblioteca della Cattedrale di Santiago, secondo ci racconta Manuel Castiñeiras capo del dipartimento d'arte romanico presso il MNAC ribadendo così l'esistenza d'una gran scuola del romanico in Galizia; Insomma, queste pitture nella *Basilica di San Martiño di Mondoñedo* risalgono probabilmente al vescovado di Nuño Alfonso (1112-1134) e forse diano luce nello studio degli sbiaditi dipinti della Cattedrale romanica di Santiago come attestano i codici tanto *Historia Compostelana* di Nuño quanto il *Codex Calixtinus*.