Il Castro del Facho (it.:Falò) e il suo santuario associato sono considerati al giorno d'oggi referenti nella archeologia galiziana, i suoi tre livelli di occupazione passano per un arco cronologico di vari secoli dall'età del rame, all'insediamento celtibero(gz.:castrexo) fino al santuario galaico-romano dedicato al dio Berobreo. I primi scavi in questo luogo della penisola di Morrazo erano stati fatti negli anni '5o trovandosi diversi frammenti di are di speciale rilevanza perchè la loro forma, epigrafia e gli elementi decorativi sfuggono dalla consuetudine romana, questi relitti sono parte dei 174 are ricavate dal luogo disperse tra il museo di Pontevedra e il museo municipale di Vigo “Quiñones de León”, ma sullo scavo si può anche ammirare le 74 abitazioni affiorate. I primi insediamenti risalgono, secondo gli studiosi, all'età del rame tra l'800 e il 600 a.C. individuandosi un popolato che si estese dalla vetta verso alla base di questo monte che si affaccia alla *costa da vela*, sulla sua cima si verifica la presenza d'un recinto di carattere culturale forse riservato ad uso religioso pagano. Dell'età del ferro tra il 4oo e il 100 a.C si data un villaggio munito oppure un castro galaico le cui case rintracciate e i diversi materiali da lì rilevati come: coltelli, fibule, cerchi,ecc. sono ancora in studio. Dalla metà del III secolo d.C. è quando il Monte do Facho diventa un gran santuario al dio nativo Berobreo adorazione che perdura fino al 500 d.C., bisogna puntualizzare che questo Dio non ha qualcun rapporto con Barbua Berobricu apparso in altre are galiziane. Il presto arrivo del cristianesimo a questa zona suppose un lento declino di questo culto e fu quando l'eremite incominciarono a controllare il pellegrinaggio dal preciso luogo in cui venne poi eretto una chiesa romanica e più tardi il famoso Cruceiro di Hio, il cui toponimo "do io" viene dal troncamemto di "de" più "illó" (zona paludosa), luogo per cui valicava l'unica strada verso Donón (Dononus è prerromano) sempre annegato per l'acque della sorgente di Geo costituendo così un punto di controllo naturale.
Nel XVII secolo, poco dopo dell'assalto dei turchi a Cangas, si costruì la garitta do facho da dove i vigili allertavano dell'arrivo delle navi nemiche di pirati berberi ovvero quelli anglo-olandesi tramite fumata durante il giorno e falò per la notte, da questa vedetta dunque si avvisava altri situati negli estremi delle Rias: Monteferro, Cíes, Ons, O grove, Vixán e Cabo do Home che si incaricavano di ragguagliare le notizie ai porti d'entroterra; D'allora questo impegno di sorveglianza darebbe a questa bella costa ricca in frutti del mare e *pecebes* il suo nome Costa da Vela (di vegliare=vixiar).
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