La sua inquietudine nei confronti degli assunti sociali e la carità fa confusione se ammirarla per la sua produzione letteraria, ma non lascia dubbi che questa donna Concepción Arenal avvocatessa penalista, scrittrice, sociologa e giornalista fu una delle menti più brillante del XIX secolo.
Sebbene visse una vita affascinante era piena di stenti e sciagure oltre ad aver vissuto tempi convulsi: il regno di Isabel II, La I reppublica, le guerre Carlistas e il ripristino di Alfonso XII. Nata a Ferrol in 1820, a 9 anni suo genitore militare di pensiero liberale venne imprigionato e morì 2 anni dopo, poi senza risorse economiche lei, sua madre e sorellina si traslocarono a Madrid. In 1841, dopo la morte di sua madre, decise di studiare diritto carriera questa vietata alle donne fino al 1910, comunque prese la decisione e frequenta le lezioni come ascoltatrice presso la facoltà di diritto dell'Università Centrale travestita in abito virile indossando redingote e cappello a cilindro così non lasciò sfuggire qualsiasi sagoma femminile soltanto la tenerezza della sua sacra coscienza, presto prese il motto del "giovanotto misterioso".
In 1848 sposò l'avvocato e scrittore Fernando García Carrasco ambedue cominciarono a collaborare col giornale "La Iberia" di lì a poco la Arenal pubblicò il suo primo libro: "Fábulas y Romances", ma la felicità non le raggiunse ancora, il suo marito morì 9 anni dopo lasciandola con i loro 3 figli. La sua inarrestabile grinta la spinse a continuare il lavoretto firmando gli articoli col nome del suo defunto marito e accettando la metà dello stipendio, ma l'obbligatorietà d'identificare gli autori degli articoli sancita da una nuova norma e dal timore del direttore di riconoscere che la guida editoriale era una donna, la licenziò.
Fu allora quando decise di ritornare alla Galizia e si stabilì a A Coruña, cominciò a scrivere dossier prensentandoli in congressi penitenziari internazionali e le sue tesi di carattere sociologico e giudiziario sono tradotte a varie lingue.
Su diversi articoli di stampa denunciò le pessime condizioni del sistema penitenziario spagnolo e anche i gravissimi difetti funzionali degli ospedali, per questo fu nominata in 1864 visitatrice generale di prigioni, ma anche non badò a inchiostro sulla educazione: " L'educazione che si dà alle ragazze in Spagna è l'arte di perdere il tempo"_scrisse lei.
In 1870 insieme alla corugnesa Juana de la Vega, contessa de Espoz y Mina fondono "La voz de la caridad" una rivista incentrata in temi penitenziari e beneficenzia.
Il 4 Febbraio 1894, questa penalista profondamente cattolica, morì a Vigo con gran omaggio e d'allora non c'è nessuna città della Galizia che non abbia una strada a nome suo.
Nessun commento:
Posta un commento