A Regueifa è una particolare manifestazione artistica della Galizia, genuina espressione della poesia popolare galiziana che si tramandò dal medioevo, ma che oggi è condannata a svanirsi se non ci prendono misure da non mozzare gli ultimi *Regueifeiros* chiamati nei paesi baschi *versolari*. Consiste in una contesa verbale per lo più tra due interlocutori, i quali esponendo tesi diverse, costruiscono a battute alterne un componimento in verso, cioè, un'improvvisazione orale. In italiano si può nominarla Tenzone che era un genere poetico della letteratura medievale.
La Regueifa anticamente stava stesa lungo la costa galiziana dalla Ria de Muros e Noia, Costa da Morte qui alcuni studiosi considerano le miniere di volframio a Varilongo (Santa Comba) il focolaio della regueifa nel secolo XX , fino al golfo d'Ártabro, ma la si poteva sentire nell'entroterra, in alcune zone della provincia di Lugo ovvero nei dintorni di Santiago, ma rimane soltanto oggi nella comarca di Bergantiño proprio come un segno della sua identità, anzi l'importanza che avevano questi stornelli, cantiche, cantastorie servirono a spunto nel risorgimento della lingua galiziana che si possono evidenziare ad esempio in "Cantares Galegos" di Rosalia.
La Regueifa, però è una parola d'origine araba che fa referenza ad una piccola pagnotta (gz.:bolo) fatta con farina di grano, uova, zucchero e strutto somigliante alla Bica di Trives che veniva disputata dai cantanti e danzatori nelle feste di nozze, dunque era un trofeo consegnato dalla sposa ai vincitori per essere spartito tra gli scapoli dell'invito, in altri casi la pagnotta era un dono (gz.:gabanza) della famiglia degli sposi a coloro che venivano alla baldoria, senza essere invitati, a cantare buoni auguri altrimenti si passava a recitare insulti. Così questo cibo diede il suo nome alle sfide rimate di durata ilimitata che si tenevano nei banchetti di nozze, improvvisazioni di tematica diversa dallo festivo, critico persino allo ferente. Sono strofe di quattro versi (quartina) di otto sillabe (ottonario) in cui rimano il secondo col quarto (rima alternata) e potevano essere eseguite al massimo da sei cantanti.
Queste gare verbali, all'inizio del XX secolo, persero i suoi vincoli con la celebrazione nuziale conquistando trattorie, recinti da festeggi, incontri culturali e celebrazioni d'ogni tipo, ma il trofeo anche mutò, dalla pagnotta si passò alle monete e in alcuni casi era invece sostituita da una gran abbuffata (gz.:lupanda) sentirsi un rimatore vincente, però, era il pregio più desiderato e soddisfacente, perché essere *Regueifeiro* oltre avere un dominio tematico, letterario e musicale bisogna sapere molto della vida del contendente o dei presenti che saranno il bersaglio delle sue armoniose battute sparate con una straordinaria agilità mentale.
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