giovedì 16 ottobre 2008

Un GPS cartaceo ancora vigente

Al Pantheon dei Galiziani Illustri presso la chiesa di San Domingos de Bonaval stanno seppelliti non solo famosi scrittori e personaggi della Cultura Galiziana: Castelao o Rosalía, ma anche uomini delle scienze come Domingo Fontán Rodríguez che fu un gran matematico e geografo ricordato in tutta la Spagna per essere l'autore della prima mappa mai realizzata nella penisola iberica con rigore scientifico la "Carta Xeométrica de Galicia" stampata a Parigi nel 1845.
Precisamente al *Colexio de Fonseca* a Santiago di Compostella fino al 23 novembre si tiene una mostra su quest'uomo nato a Portadeconde, comune di Portas(PO) nel 1788, intitolata "Innovación e Territorio. O legado de Fontán ao século XXI"(vedi video) allestito in gran parte grazie alla *Fundación Fontán* creata dai suoi discendenti. La esposizione è assettata in due contenuti: il primo, alla capella del coleggio, presentasi il contesto storico e sociale in cui visse il Fontàn insieme agli episodi della sua vita e della sua traiettoria tanto nel campo scientifico quanto nella docenza e politico.
Il secondo tema esposto presso il Salón Artesoado, è il più eccezionale dove si esibisce per la prima volta la sua mappa di 175 anni insieme all'immagini satellitare odierne riprese alla stessa scala, evidenziando così la ottima accuratezza della mappa cartacea, inoltre ce ne mostrano il processo d'elaborazione e revisione della mappa tra i venti anni d'impegno, la mappa è stata appunto una impresa rivoluzionaria nella cartografia spagnola ed europea d'allora perché oltre l'affascinante lavoro di campo da lui svolto, adopera metodi matematici di triangolazione fin allora impiegati solo nelle cartografie nautiche.
Fontán stava convinto che un paese senza una buona mappa non poteva svilupparsi, cioè, senza essa non ci potrebbero tracciare strade, ferrovie neppure strutturare il suo territorio, con questa pretesa incominciò a disegnare la mappa con la quale la Galizia si guidò fino alla seconda repubblica. Fontán prese, dunque, dalla *Torre da Berenguela* della Cattedrale di Santiago il vertice del primo triangolo e da qui camminò per tutta la Galizia durante 17 anni: dal 1817 al 1834, salì su ognuna delle montagne per prendere mesure bariche, discese per tutte gli spartiacque e visitò ogni villaggio e irregolarità del terreno non solo della Galizia, ma i territori prossimi Asturias, León, Zamora e Portogallo referenze indispensabili da disegnare infrastrutture di collegamento con la montusa Galizia. La mappa cartacea, si può ancora dire che vigente, rappresenta una vera sorgente storica della toponomastica galiziana in cui si raccolgono oltre 6mila toponimi e 3.800 nomi di parrocchie.
Finita la mappa e presentata alla corte, però la sua pubblicazione fu anche un tanto complicata perché oltre le limitazioni tecniche d'allora in Spagna non si trovava un fidato stampatore e con esperienza in grado di riprodurla, questo fatto costrinse Fontán a recarsi a Parigi dove lavora insiemme a L. Bouffard uno dei migliore tipografi dell'epoca. Finalmente nel 1845 i galiziani poterono vedere la globalità del nostro territorio riprodotta su una carta.

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