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sabato 22 dicembre 2007
Filastrocche Cronogrammatiche
giovedì 20 dicembre 2007
Il cappone di Natale
Il cappone è un povero e pavido pollo maschio cioè un gallo giovane che viene castrato [lui non potrà mai esercitare la sua mascolinità appunto] appena arrivi ai due mesi di vita. La castrazione rende più mansueto il poverino cappone che assimila molto di più l'alimento allegramente producendo più grasso superficiale, ne risulta una carne morbida dal sapore assai delicato. Un paio di mesi prima dell'avvento Natalizio lo si va cibando all'aperto perché non subisca lo stress [no di momento], oltre all'erbe della campagna, mangia un pasticcio a base di farina di maiz (gz.:Millo) e latte due volte il giorno, ma il grano è di colore giallo per poter rendere dorata la sua pelle e che così raggiunga un buon prezzo senza svolozzare e truccarsi tanto.
martedì 18 dicembre 2007
L'usanze a Natale nel Comune di Vilagarcia
- La collana di castagne e mele. Diffusa in diverse zone di Italia, come sull’isola della Maddalena in Sardegna, questa tradizione prevedeva che per fabbricare la collana dovessero cercarsi i frutti bussando alle porte delle abitazioni (il giorno prima dei Morti) chiedendo un contributo "pe’ l’anima dei morti", ma i bambini dovevamo indossarla col divieto di mangiarla, altrimenti avremmo fatto "male ai morti". Poi finita la processione toglievamo le corone pesanti e potevamo mangiare le castagne
Nelle sagre e fiere, sia in città sia nei dintorni, le famose castagne di Albiano erano messe nelle ‘sfilze’ prima di venderle e venivano preparate in due modi. Si cuocevano al forno (dopo averle tagliate per evitare che il calore le facesse scoppiare e poi infilzate con un punteruolo e unite con un filo di canapa) oppure si affumicavano sotto la cappa del focolare (e infilzate con un ago in modo da bucare solo la buccia altrimenti non essendo cotte si guastavano subito). Le ‘sfilze’ contavano quaranta castagne. Venivano essiccate e, poco prima della fiera, messe a mollo per alcuni giorni. L’ultima operazione era una bollita veloce.
domenica 16 dicembre 2007
Le Boccette
Visto che mi sono trastullato questo fine di settimana nel vedere davanti alla TV il gioco di biliardo inglese: Snooker, vorrei quindi parlare oggi d'un gioco italiano tutto suo: Le Boccette non è un sacco di bottiglie continente dei profumi o cipria come qualcuno può pensare, ma un gioco come le bocce (sulla terra) con cinque birilli (quilles) al centro della tavola e senza l'utilizo della stecca.
A grosso modo ognuno dei giocatori ha 4bilie (4 bilie rosse, 4 bilie bianche e 1 bilia blu, con la funzione di pallino) che deve avvicinarle a vicende al pallino scansando di abbattere i birilli.
Quando ero al Club Italo-Venezuelano lo giocavamo spesso con dei amici e siccome la tavola era sprovvista di buche anche al gioco della Carambola.
venerdì 14 dicembre 2007
mercoledì 12 dicembre 2007
Le Castagne salate
Ahi! quelli tempi, ancora ci si ricorda il cartoccio di catagne a 0,60€ , oggi invece è troppo salato!
La castagna da secoli è un cibo prelibato non solo tra i Galeziani, in questi momenti natalizi la si può mangiare dappertutto.
Anticamente la castagna era quello come oggi è la patata nella nostra cucina odierna, formava parte dei più svariati piatti come: cotte all'anice, nella zuppa, con il latte bollente, con il pesce, con la polenta, ecc. in somma si trovavano in un ampio ricettario.
Oggi, però le ritroviamo preparate sopratutto: cotte all'anice o arrostite nelle popolari sagre della Castagna conosciute tra noi come "Magosto".
Di solito per poter arrostirle bisogna prima farle un piccolo taglio ad ognuna perché la sua carne cuocia bene, poi tenderle sulle braci o metterle su una padella con dei buchi o meglio ancora su un vassoio al forno.
Noi e anche al nord di Portogallo, una volta arrostite le castagne, invece le diamo un tocco finale: è un lavoro un po' pesante, ma il risultato sono delle nutritive e deliziose castagne salate; Le castagne arrosto si stende sopra un panno e si cosparge varie manciate di sale grosso finchè il tutto sia coperto poi si arrotola il panno con l'arrosto dentro; Si avvolve di nuovo il catoccio con un'altro panno di lino o di sacco per evitare che se ne raffredda e dopo dieci o dodici minuti disfate il fagotto e cominciate a mangire le amarognole castagne.
lunedì 10 dicembre 2007
Il Presepe dell'Agostiniane
Una volta intronizzato in Spagna incaricò dell'artiste valenziani José Estévez y José Ginés l'allestimento del “Presepe del principe", un dono per il suo figlio Carlos IV principe di Asturias; Persino le sue reggie furono addobbate da questa napoletissima usanza che lui non l'aveva scordata, così fu tramandata primo alla nobiltà e poi al popolo.
Un secolo prima nel 1648 le moneche di clausura dell'ordine di Sant'Agostino arrivate da Villafranca del Bierzo si stabilirono nel convento di Vista Alegre a Vilagarcia.
Queste suore ancora oggi custodiscono le preziose figurine d'un presepe che risale al tardo romanticismo tra il XVIII e il XIX secolo, con cui celebrano tutti gli anni la nascita di Gesù bambino, ma non lo si può ammirare perchè sta all'interno del convento di clausura.
L'originalità delle figurine del loro presepe risiede, oltre ad essere uniche, nella fedele riproduzione dei personaggi folclorici di Galizia e ci sono: Lo Zampognaro, Il Tamburiere, La Tamburellista, Il bifolco o aratore con il suo bastone, Una coppia di danzatrici, Il venditore ambulante, ecc.
Il corpo delle figurine e i loro complementi tranne il fido costume, sono articolati e modellati in legno.
Tradotto dal libro in galego "Festas, Lendas e Tradicións" di Carlos Rei Cebral
sabato 8 dicembre 2007
Museo Ferroviario di Vilagarcia (MUFEVI)
Così chiamavano il piccolo tratto di binari (42 Chm.) e il primo costruito in Galizia collegando le stazioni di treni tra Cormes (Santiago de Compostela) e la stazione di Carril (Vilagarcía de Arousa), oggi quartiere marinaresco del mio paese, allora un importante porto e municipio chiamato "Santiago de Carril" dove si trovavano importanti ditte e uomini d'affari santiaghesi, come il porto di Carril era proprio l'uscita marittima di Santiago dunque occorreva crearla.
L'idea, quindi si sviluppò nella "Reale Società degli Amici del Paese" a Santiago i cui membri erano uomini d'affari e d'arte, poi varato il R.O. di Enero del 1862 , il 30 marzo si dava il via dell'opere.
L'appalto del progetto e il suo sfruttamento durante 99 anni fu assegnato ad un consorzio d'imprenditori capeggiato dallo ingegnere inglese Mr. John Stephenson Mould.
L'andamento dell'opere però furono lente anche se gli ostacoli del terreno a scansare non erano grandi tranne piccole gallerie, un viadotto presso la stazione di Cormes e il ponte di ferro di Pontecesures che ancora oggi funziona.
Le difficoltà per avverarne invece furono dei problemi economici costringendo il suo fermo nel 1866, ma il 31 di Enero di 1871 si riprendevano l'opere grazie al finanziamento della banca britannica.
L'attesa inaugurazione della ferrovia e della stazione di Carril fu il 15 di Settembre di 1873 con grandi fuochi d'artificio e il battesimo delle locomotive inglesi e i vagoni merci.
Nel 1880 il nonno di Camilo Josè Cela il signore John Trulock si fa capo della ditta che fu rinominata "The West Galicia RailWay Company" e cominciò ad allungare la ferrovia verso il sud creando la stazione di Pontevedra (32Chm.) per poter communicare Galizia con Spagna .
Oggi in Galizia ci sono vari musei ferroviari pubblici tra cui c'è il MUFEVI presso l'antica stazione di Carril, e anche uno privato allestito dalla Fondazione Camilo Josè Cela a Padròn dove si può ammirare la locomotiva "Sar", modello Hunslet, di nomignolo "Sarita" che fu la prima a sbuffare per le travi di ferro di Galizia.
giovedì 6 dicembre 2007
martedì 4 dicembre 2007
Le rane vicine di casa
Brano di sfondo: "Il carnavale degli animali" di Camile Saint-Saëns
Voce: Alberto B.B.
Le rane vicine di ... |
domenica 2 dicembre 2007
venerdì 30 novembre 2007
Favola: Il Coccodrillo Cornelio
Brano di sfondo: "Balletto dei pulcini nel loro guscio" di Modest Mussorgsky
Voce: Alberto B.B.
Cornelio era un coccodrillo diverso dagli altri. Camminava su due zampe e poteva vedere cose che gli altri coccodrilli non potevano. Lui poteva vedere i pesci da sopra e vedeva oltre i cespugli. Ma gli altri non erano impressionati. Un giorno Cornelio gli mostrò i trucchi che egli aveva imparato da una scimmia...
Cornelio.mp3 |
La morale è che le larghe vedute della vita a volte ci allontana dai nostri cari.
Chi fu l'autore?:
mercoledì 28 novembre 2007
Fiaba: La Tartaruga sciocca
Testo: Letizia Cariello
Brano di sfondo: Il carnavale degli animali di Camile Saint-Saëns
Voce: Alberto B.B.
La Tartaruga scioc... |
lunedì 26 novembre 2007
La strega Sibilla e un po' di storia
E quest'audioguida è un racconto sulla Storia di Roma e di Romolo e Remo, sulla sua imponenza, sui suoi monumenti dal Colosseo alla Bocca della Verità dove ogni bambino ha tanto timore ma anche tanta irrefrenabile curiosità di mettere la sua mano per vedere se la leggenda è solo una fiaba o una realtà.
sabato 24 novembre 2007
giovedì 22 novembre 2007
martedì 20 novembre 2007
Cartone educativo
Vi lascio un pezzetto di film con la sigla:
Questo è uno spot pubblicitario del fomoso trio Aldo, Giovanni e Giacomo per la ditta di telefonia mobile Wind
domenica 18 novembre 2007
La Corona di Doña Urraca
Doña Urraca fu regina di Galizia ai primi anni del XII secolo.
Su di lei e del suo coevo Arcivescovo Gelmírez ci sono parecchi miti e leggende che dilagano e se ne tramandono ancora oggi per tutta Galizia altresi nelle nostra regione Arousa e Salnés, nulla di straneo perché essa allora tra altri beni aveva La torre di Caldas, ove nacque il suo figlio Alfonso VII, e il Castello di Lobeira.
Egli anche aveva dei beni ed interessi nella nostra regione.
Le forti contende tra loro erano già note e arrivarono perfino allo stremo di che l'arcivescovo ingiunse prigione alla regina per un breve periodo di tempo.
Tra le leggende arrivate a noi c'è quella della corona benché ci sia qualche base storica non ne è stata assolutamente sfatata; La leggenda dice che la regina nel soggiorno al Castello di Lobeira e rendendosi conto che la guerra tra loro incombeva decise sgombrare la dimora di tutto l'oro e traslocarne mediante asini da asporto verso la Torre di Caldas per nasconderlo.
Una volta impadronì il Castello l'arcivescovo sottoporre Urraca a vessazioni e le ordinò di dargli la corona bensì le avrebbe tolto gli occhi; La ragina rifiutò e prese la corona slanciandola in fondo a una cava vicina e gli disse:
Toglierai i mie occhi, ma io sono la regina e nessuno può portarlaL'arcivescovo in vendetta comandò di crollare il Castello.
Nel secolo scorso una donna che scavava con la zappa vicino ad una macchia nel monte di Lobeira trovò delle posate d'oro del supposto tesoro del Castello
Tradotto dal libro in galego "Festas, Lendas e Tradicións" di Carlos Rei Cebral
venerdì 16 novembre 2007
La Lepre e la Tartaruga
La musica di sfondo è "Giochi di bambini" di Bizet
La Voce è di BertoBB, ma già lo so mi manca troppo per prendere il tono, anzi uno degli scopi di questo mio blog è nel megliorare il parlare.
Per realizzare la registrazione occorre:
- Avere un microfono, nel mio caso ho usato il microfono della WebCam e anche una stanza senza rumori.
- Il free sofware Audacity ci sono molti tutorial sulla rete sul suo utilizo (uso facile)
- Per il suono di sfondo è meglio prendere la musica classica perchè sono esenti di copyright, ricordare che si deve esportare il progetto in mp3 ad un BitRate di 128 per essere ascoltato su internet.
p2.mp3 |
mercoledì 14 novembre 2007
Stanlio ed Ollio
Regia di: William Hanna / Joseph Barbera
Voci del doppiaggio in italiano: Ollio_Luciano Tempesta e Stanlio_Marzio Margine
La canzone della sigla era di Alberto Sordi che allo stesso tempo faceva la voce di Ollio nel loro film "I diavoli volanti":
Guardo gli asini che volano nel ciel
Ma le papere sulle nuvole
si divertono a fare i cigni neel rusciel
bianco come inchiostro.
Vanno i treni sopra il mare tutto blu
e le gondole bianche sbocciano
nel crepuscolo sulle canne dei bambù...
...du,du, du, duuu.
Queste strane cose vedo, ed altro ancor,
fanno ticte, ticte, ticte.... sento che è guarito
il cuor dall'estasi d'amor.
Sigle TV - Stanlio... |
lunedì 12 novembre 2007
A Santa Compaña
sabato 10 novembre 2007
La storia del Popolo Farfalle
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La splendida voce e posta in scena è dell'attore Gastone Pescucci (1957-99)
giovedì 8 novembre 2007
NARUTO
La canzone della sigla di questo cartoon è di Giorgio Vanni e dice così:
Io credo in me e nel cuore mio...
Naruto, Naruto
Io credo in me e nel cuore mio...
Naruto, Naruto
Il sogno mio realizzerò
ci puoi scommettere,
un ninja anch'io diventerò,
che di amici non ne ho
Saluto i guai degli anni miei
che ormai sono 12
diventerai quel che già sei
e fra ombre e luci
Io credo in me, nel cuore mio,
che non ha radici
Io credo in me e dico addio,
ai miei giorni grigi
Come un raggio
che ha il coraggio
di lasciarsi il sole dietro se
Io credo in me nel cuore mio
e al dolore dico addio
Io credo in me e nel cuore mio
Vi lascio due video il primo un pezzetto d'un episodio e l'altro uno spot dedicato al mio nipotino Pablo.
Saluti
martedì 6 novembre 2007
Oggi una picccola con sorpresa
Un giorno una volpe penetrò nella casa di un attore e frugando in mezzo a tutti i suoi costumi trovò anche una maschera da teatro artisticamente foggiata.
La sollevò tra le zampe ed esclamò:
“Una testa magnifica, ma cervello niente!”
Ecco un favola per certi uomini belli di corpo, ma poveri di spirito
Pd: Purtroppo questo sito e il suo robot Miguel non possono ancora leggere bene in Italiano
domenica 4 novembre 2007
La Zebra e La iena...
Una iena affamata vagava nel buio d'una notte senza luna e finì inavvertitamente in fondo a una bucca aveva un bel agitarsi, saltare, dimenarsi non c'era niente da fare ricadeva ogni volta in fondo alla bucca.
Solo verso l'alba sentì avvicinarsi dei passi, allora a genere a lamentarsi a invocare aiuto.
All'improvvisto si sporse dall'orlo della bucca una zebra e la iena la supplicò:
"Salvami zebra ti prego! lascia che mi aggrappi alla tua coda per uscire di qui jejiji..."
"Non c'è d'affidarsi_ripose la iena_lo sanno tutti che razza d'animale sei"
"È una calunnia!_contestò la iena_Salvami! jejiji...e vedrai che ti sarò riconoscente"
Tanto la supplicò che la zebra si decise di offrile la coda, la iena la afferrò e si tirò fuori dalla bucca. ma appena uscita saltò adosso la zebra per sbranarla.
Per fortuna stava passando di lì un vecchio saggio elefante le separò e disse:
"Smettetela di combattere e venite invece a espormi i fatti, io vi farò da giudice secondo l'usanza"
La povera zebra ferita non riusciva ad esplicarsene bene, la iena invece stravolgeva i fatti con le sue bugie.
"Beh! insomma io non ci capisco niente di questa storia_ disse l'elefante_ognuna di voi riprenda la posizione di partenza e così potrò giudicare in modo assolutamente imparziale"
La iena che era tanto stupida quanto crudele riprese il suo posto in fondo alla bucca.
"Ah! adesso_conclude l'elefante_arrivati a questo punto che ognuna si comporti come le pare"
FINE