mercoledì 8 ottobre 2008

Calcio balilla, Futbolín,...

Futbolín chiamasi Matraquilho in Portoghese, Foosball in Inglese, Metegol nell'Argentina, TacaTaca in Cile, baby-foot in francese, insomma tanti nomi quanti paesi in cui si giochi il Calcio balilla, ma anche ci sono parecchi modi di gioco sia dalle differenze tra i tavoli, dai burattini-calciatori e la loro distribuzione, ecc, anzi nella stessa Spagna c'è diversità di tavoli da calcio, per questo esiste una federazione internazionale (ITSF) che raduna tutte le modalità e norme di gioco, che è proprio diventato uno sport mondiale che lo può giocare persone di qualsiasi età, soltanto ci vuole una certa abilità anziché gambe prosperose, tuttavia si può dire che ci sono due modalità di gioco: quella in cui la pallina viene fermata e passata tra i calciatori della stessa squadra, e quella dove non si può fare ciò, diventando così un gioco più veloce. Prima di mettere in ballo la pallina le squadre bisognano mettersi d'accordo sulle regole della partita.
Ma chi brevettò questo sport?. Fu Alexandre Finisterre al secolo Alexandre Campos Ramírez che nacque nel 1919 nel villaggio galiziano di Fisterra da cui prese il suo nomignolo, nonostante avevano in quell'epoca alcuni attrezzi con dei meccanismi someglianti e anche esisteva il calcio da tavolo detto Subbuteo con cui i ragazzi e no spassavano le giornate, la balilla tale come la conosciamo oggi è stata ideata grazie a lui, durante il suo ricupero delle ferite subite dalle bombe cadute su Madrid nella guerra civile spagnola. Alexandre lo brevettò in 1938, ma costretto a fuggire dalle truppe franquiste verso la Francia via Catalogna, perse lo stratto del brevetto in quella sciagura, a Parigi però riuscì a laurearsi in filosofia.
Ai primi anni '50, sempre nel esilio, si stabilì nel Guatemala dove cominciò a fabbricare tavoli da calcio balilla, impresa che gli riportò soldi, lì giocò pure con l'allora sconosciuto Che Guevara, poi si trasferì in Messico a causa del colpo militare esploso, scappò ancora dai militari dirottando un aereo tramite una saponetta, sì, la fece passare come un ordigno. Fu lì dove comincia l'altra sfaccettatura sua quella d'uomo di cultura, editore, poeta, ma l'anno scorso morì ricordato come l'inventore del calcio balilla.

lunedì 6 ottobre 2008

Le Maggiorate della Costa

Nella mitologia galiziana possiamo trovarne almeno due, sono sirene, cioè, sono metà donna e l'altra metà, la più bassa, pesce che abitano per lo più sugli isolotti vicini alla costa, ad esempio la sirena (gz.:serea) delle *Illas Mirandas* situate nella Ria de Ares, golfo di Ártabro, da colore salmone e vestita da squame d'argento che passava il tempo trastullando con i suoi vicini acquatici e parlottando con i gabbiani, a volte si recava alla chetichella alle spiagge della Ria a crogiolarsi, ma la gran parte del tempo lo passava sdraiata in solitudine e pensativa sulle isole Mirandas, spaventando i pescatori che si avvicinavano. La sirena già non si vede perchè la diceria narra che fu sorpresa da un uomo che s'innamorò di lei e la portò via, distante dal mare, forse la possiamo trovare travestita da moglie senza squame e con una coppia di figli chiamati Marino e Marina nomi che vengono dalla sua nostalgia di mare.
L'altra mitologica ninfa di mare (gz.:nereida), la più famosa, è quella chiamata *A Maruxaina* che abita sull'isolotto di Sombriza delle isole Farallóns, di fronte a San Cibrán a Cervo, ma si dice anche che ha un palazzo subacqueo tra le alghe e coralli da dove emerge i giorni piovosi e ventosi. Alcuni dicono che è buona e leggiadra da chioma dorata che suona il corno per avvertire i marinai dei pericoli che sotto il mare tempestoso si nascondono, però altri invece dicono che è cattiva, una brutta strega da occhi profondi e membri sparuti che fa vocalizzi ammalianti che attirano i pescherecci con i loro equipaggi in un naufraggio sicuro perche invidiosa delle mogli dei marinai , ma come nessuno sa di certo com'è, tutti gli anni i marinai la portano a entroterra per essere sottoposta a giudizio, alcuni anni viene condannata e altri tanti viene scagionata. La Maruxaina tace acconsente di quello che gli uomini dispongono fino al secondo sabato dell'agosto seguente quando le barche partiranno ancora per pescarla e sottoporla al verdetto popolare al centro della piazza maggior di Cervo, se è stata buona la si festeggerà alla spiaggia di O Tormo, ma s'è stata cattiva invece verrá bruciata dai paesani senza alcun festeggiamento.

sabato 4 ottobre 2008

Pieghevole (Leaflet) XX: Museo d'Arte Sacra di Vilanova de Lourenzá

Sul cammino a Compostella c'è il Monastero benedettino di Vilanova de Lourenzá (LU) fondato nel X secolo dal conte Osorio Gutiérrez, è il monumento architettonico più rappresentativo di questo comune lucense della comarca A mariña. La sua facciata disegnata da Fernando Casas Novoa è considerata precursore di quella dell'Obradoiro a Santiago, ma questo complesso sacro alberga anche dal '60 il Museo d'Arte Sacra ubicato nella chiesa del convento de San Salvador visitabile con guida, in cui si espongono pitture, sculture, libri, oreficeria e numerosi oggetti procedenti dal cenobio come costume e mobilio di gran valore artistico. La sagrestia è anche ammirabile dove si trova un cassettone elaborato nel XVII secolo con dell'immagini intagliate in rilievo, c'è anche un retablo-reliquiario in legno policromato con 28 busti-reliquiari della fine XVII secolo. Alla cappella della Valvanera si trova invece una brillante collezione di oreficeria dal XVI al XVIII secolo e in una parete del suo abside un retablo barocco con l'immagine sedente di Nostra Señora de Valvanera. Altre quattro sale del cenobio accolgono diversi dipinti e sculture del secolo XVIII tra cui spiccano tre attribuite a José de Ribera detto lo spagnoletto e alcuni di Gregorio Ferro. Una di questi vani era stata una gran biblioteca monacale dove ancora ci sono 4mila volumi, oggetti liturgici e una lauda del XII secolo esposti.

giovedì 2 ottobre 2008

Vivande d'Autunno

L'avvento dell'autunno ci porta oltre una mescolanza di colori ed odori, il freddo e la pioggia che ci costringe a restare a casa imbandendo la tavola dai cibi della stagione ricchi di calorie.
L'autunno piovoso trasforma la Galizia in uno dei paradisi micologici di Spagna i funghi (gz.:os cogomelos), appunto sono i prodotti stella della tavola sebbene bisogna averci certa conoscienza, fare scampagnate rintracciandoli è una attività assai tradizionale, poi una volta individuati con precisione e puliti, ci sono diverse ricette dove sono i protagonisti da guardigione, strapazzati, ai brodi, ma li si possono gustare, ad esempio, nelle Feste dos Cogomelos a O Porriño e a Vilagarcia.
L'altro piatto tipico è quello derivato dal maiale(gz.:porco) di cui si approfitta tutto dalla cotanna alle interiora (gz.:tripas), non solo nella festività di San Martiño l'11 di novembre, ma durante tutto l'inverno la macellazione (gz.: a matanza) è proprio una manifestazione sociale per tutti i paesi della galizia che raduna vicini e familiari. L'autunno è anche tempo di caccia: cervo, volatili e cinghiale (gz.:xabarín) sono alcuni cacciagioni che abbondano e vengono preparati e farciti con delle specie e frutte secche, ad esempio nella zona montuosa d'O Caurel si fa il *cinghiale alla castagna* una vera prelibatezza al palato.
La zucca (gz.:cabaciña o calacux) arriva alla tavola in forma di zuppe, minestre, torte, ecc., ma anche presiede uno dei riti celta piú radicati O Samaín (Halloween) che segna il nuovo anno celta con un sorriso tenebroso.
La castagna (gz.: castaña o baloca) è il frutto della stagione autunnale che più stipa la cucina galiziana ce ne sono parecchie ricette a base di castagne perchè era quello che si mangiava prima dell'arrivo della patata(gz.:pataca) si consumano, peró ancora soprattutto arrostite al tradizionale Magosto(11 Nov.), per il Natale (gz.: o Nadal) e in feste d'esaltazione in molti borghi : *Festa da Castaña* a Folgoso do Caurel (9 Nov.) e a Paredes de Lóuzara, Samos (l'ultima domenica d'Ottobre), ecc.
L'autunno persino ci apre un ventaglio di odori frutticoli come la mela (gz.:mazá) presente in torte, marmellate e bevande come il sidro ed é esaltata alla *Festa da Mazá* a Redondela (prima dom. d'Otto.).

Questo è il secondo autunno che oltre 70 case rurali ci invitano a gustare di menu della stagione a prezzi economici compreso il soggiorno.

martedì 30 settembre 2008

Il conservificio che cambiò tante cose...

Conservifici lungo la costa di Vilanova de Arousa
Come succede con tanti inventi, la nascita della conserva era connessa agli interessi commerciali quanto all'industria della guerra. Ai primi del XIX secolo gli stati si trovavano nella neccessità di migliorare la conservazione del cibo tanto per i larghi viaggi transoceanici quanto le spedizioni militari, difatti Napoleone indesse in 1804 un concorso d'idee con lo scopo di trovarci un sistema che mantenesse i cibi tenere a lungo, fu allora che il francese Nicolas Appert ideò la formula di lessare il cibo al bagnomaria per poi serbarlo in baratttoli di cristallo chiusi ermeticamente, scoperto il metodo si cominciò quindi ad allestire le prime industrie conserviere nel mundo, appunto, a Nantes nella Bretagna.
Prima di questo i prodotti del mare venivano conservati mediante antici e lenti metodi come l'essiccamento al sole, l'affumicatura o la salatura(gz.:salgadura) tecnica questa utilizzata intensamente nella comarca d'O Salnés, la conserva però permetteva produrre di più e in breve tempo.
A metà dell'ottocento il catalano Juan Goday Gual discendente di quelli catalani chiamati *os fomentadores* che erano imprenditori che attraversavano la penisola due volte all'anno per mercanteggiare, crearono la figura dell'incaricato e introdussero anche il salario nella Galizia , arriva all' A Illa de Arousa e cominciò a lavorare nella salatura di sardine, ma dopo un viaggio in Francia scoprì la tecnologia della conserva e si porta con sè operai specializzati francesi con cui allestì in 1879 il primo conservificio della Galizia e nel 1881 fu vsitata dal Re Alfonso XII dichiarandolo fornitore della Casa Reale, anche se a Redondela ne esisteva gli storici affermano che era una ditta artigiale di scarsa produttività, questo avvento avviò un cammino trasformatore della fisionomia urbana, paesaggistica, economica e sociale dell'orlo atlantico della Galizia. Insomma le fabbriche conserviere e tutto il suo indotto: i depuratori, le fabbriche di lattine, ecc. cominciarono a piazzarsi lungo la costa, accanto il mare per lo più sugli antici stabilimenti di salatura e introdussero un gran cambiamento sul mercato lavorativo della galizia come grandi datori di lavoro alle donne.
Per saperne di più mi raccomando far visita ai musei: Museo Massó a Bueu ovvero il Museo della associazione ANFACO a Vigo.

domenica 28 settembre 2008

Pieghevole (leaflet) XIX: Mulino del Burato_Allariz

Siamo nel piccolo paese di Allariz(OU) il più genuino(gz.:enxebre) della Galizia dichiarato monumento storico-artistico non solo dalle parecchie chiese e dalle viuzze d'origine medievale che ha, ma anche per gli insiemi etnografici che preserva radunati nel parco etnografico del fiume Arnoia come il *muiño do burato* uno spazio in cui ci mostra le attività artigianali del passato, pilastri della economia locale come la macinazione del grano(gz.:moenda) e la concietura(gz.: curtimento). Ubicato accanto al Museo del Tessuto: O Fiadoiro(it.:Il Filatoio) dove ci rende l'importanza dell'elaborazione del lino nel comune, l'edificio rappresenta fedelmente una delle costruzioni tipiche della Galizia: I Mulini, riabilitato ai primi dei '90 ci insegna come adopera un mulino con due macine, una funziona ad elettriccità erogata da un generatore mosso ad acqua e l'altra ad energia idraulica, il visitatore può anche contemplare dal vivo come si faceva la farina, perciò ci realizzano diverse attività scolastiche e divulgative.

venerdì 26 settembre 2008

Le Capanne di Suído


Oggi percorriamo lo spazio naturale di *Serra do Suído* con cime di mille metri situato tra le provincie di Pontevedra e Ourense al suo passo per il comune di Avión(OU) in cui si conservano ancora delle costruzioni popolari in pietra di gneiss a secco che servivano a rifugio di pernottamento per montanari e pastori durante le loro mansioni quotidiane d'allevamento di bestiame, la tecnica di costruzione di queste capanne(gz.:chozos) le datano tra il XII o XIII secolo nel romanico e sono testimoni di come era l'affannosa vita dei montanari, ma all'importanza etnografica delle capanne si aggiungono le piccole stalle(gz.:cortellos) annesse dove tenevano a bada i vitelli(gz.:xovencos), e i diversi sentieri acciotolati che partivano dai villaggi del municipio proprietari di esse, la cui principale economia di sussistenza si incentrava sul bestiame.
Negl'intorni d'ognuna delle costruzioni esistevano anche stabbi fatti da cumuli di pietre e l'insieme era cerchiato da lastre verticali a limitare della zona di pascoli, cioè, ogni *Chozo* era tutto uno sfruttamento agricolo allevatore.
I casolari si trovano a quota 900m sulla falda nascente delle montagne a ridosso dei forti venti approfittando anche le sue pendici per incastarle, camuffando così la parte posteriore nell'inclinazione, anzi la pendice era il pilastro d'appoggio che facilitava la sua costruzione.
L'interno dei rifugi è ridotto appena 20mq circondato a pianterreno dalle panche di pietra addossate alle grosse mura 0,8 metri da sopportare alte cariche, inoltre l'uscio è ridotto da isolare il vano, ha due finestrini laterali che servono a posti di sorveglianza per così evitare gli attachi del lupo e anche per individuare il tramonto e lo spuntar dell'alba. I lati interni dei muri sono pieni di piccole nicchie dove raccogliere cibi, abiti ed oggetti, ma gli elementi che più chiamano l'attenzione sono gli archi di sostegno del tetto aiutati dai contrafforti esterni, il tetto appunto è elaborato da grandi lastre sovrapposte e terminato da una cappa di muschi ed altri materiali in grado di dare un'ottimo isolamento termico tanto d'estate quanto d'inverno.
L'itinerario di 8chm. che il comune ha sistemato ripercorre le 7 capanne riabilitate delle 13 presenti nella zona, tra quelle *O chozo San Xurxo* e *O Chozo de Cernadas* nasce il fiume Avia, questa visita permette anche contemplare il monumento naturale *Pena Corneira* vicino ai cammini medievali del vino chiamato *Camiño Arriero* che collegano Ribadavia, capoluogo della comarca del Ribeiro, e Santiago de Compostela.