Al villaggio di Roccaporena a 10Chm. da Cascia tra le montagne della provincia di Perugia nacque nel 1381 Rita Mancini Ferri che diventerà *Santa Rita* dopo essere una carina moglie, madre esemplare e sofferente vedova, figlia unica del matrimonio tra Antonio Mancini y Amada Ferri di avanzata età e essendo neonata, secondo la leggenda, un gruppo d'api bianche annidò nella sua bocca producendo il miele senza farle male alcuno circostanze queste che destano fin dagli inizi ammirazioni e allegrie tra i paesani. Durante la sua adolescenza Rita si dedica allo studio e alla pregaria volendo essere una religiosa, ma con l'opposizione dei suoi genitori gli anni trascorsero e lei a 16 anni fu costretta a sposare Paolo Mancini un rozzo e screanzato uomo che la bistrattava, però, Rita riuscí a domarlo con rassegnazione e bontà dandogli due gemelli che muorono dalla peste nera. Rita rimase sola dedicando i giorni alla carità e le orazioni che svegliarono la sua pretesa d'essere suora e dopo essere respinta tre volte finalmente fu ammessa al convento delle Agostiniane Santa Maria Magdalena di Cascia nel 1417 a 36 anni. Durante i 40 anni che ce ne passò, morì il 22 maggio 1457, succederono certi avvenimeti prodigiosi, svelati dallo storico Luigi Jacobilli, come la stigmatizzazione della sua fronte ovvero il germoglio di rose a inverno, e altri fatti che la portarono alla sua canonizzazione nel 1900 dal Papa Leone XIII.
Ma come arriva la devozione a Santa Rita a Vilagarcia, già vi aveva parlato del convento di clausura di Vista Alegre fondato dall'ordine religiosa delle Agostiniane e costruito sotto l'illustre Vilagarciano D. Femando de Andrade y Sotomayor nel 600, allora arcivescovo di Santiago. L'immagine di Santa Rita da Cascia si trova nel presbiterio della chiesa del convento dove tutti gli anni pellegrinano i devoti cercando la sua intercessione perché considerata la avvocato degli impossibili, l'immagine fu elargita da una religiosa che entrò nell'ordine conosciuta da madre santa rita, ma l'immagine che esce in processione fu comperato da una comunità di devoti alla fine del XIX secolo.
Fino a 1913 si faceva una novena in onore alla santa, ma un fatto fortuito magnificherà il suo culto, dunque il patrone del pazo davanti al convento D. Antolín García era sposato con Dña. Carmen Fernández figliola d'un ricco indiano che aveva miniere d'argento in Messico e amico intimo del presidente di quel paese José Victoriano Huerta Márquez. Il matrimonio invitò il giovane figlio del presidente a passare alcuni giorni presso di loro, ma prima di arrivare a Barcellona in transatlantico si ammalò gravemente e il matrimonio fa preghiere e raccomanda alla santa la sua guarigione.
In gratitudine Antolín García decise magnificare Santa Rita con solenne messe a spese sue e l'anno seguente quando il proprio Antolín guarì d'una cattiva infermità tramite la Santa, i Garcia-Fernández regalarono il convento un altare portatile in legno intagliata l'immagine e l'abito che porta la santa durante il corteo della sua sagra 22 maggio, festa dove non mancano le bancarelle di ciambelle.
Alla voce di *Santa Rita* i miei paesani replicano col detto: *Lo que se da no se quita* la cui origine viene dalla leggenda d'una ragazza poco aggraziata che si recò alla città di Cascia per chiedere la intercessione della santa per trovare un fidanzato, appena trovandolo al suo ritorno, però il maschietto la scacciò via prima delle nozze. La giovinetta ritornò di nuovo alla città della devota e la rimproverò col quel detto, ma questa volta la santa le fecce un nuovo favore rimanendo zitella.
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