giovedì 18 settembre 2008

Tra Giganti e Ciclopi

Nella mitologia galiziana possiamo trovare o almeno sentire parlare di certi esseri e personaggi di grandi proporzioni come è il caso dell' *O Olláparo* anche chiamato *Ollapín*, gli Olláparos sono ciclopi, cioè, hanno un solo occhio sulla fronte, anche se alcuni lo hanno anche nella collottola che causano il malocchio , queste creature di carattere grezzo vivono in grotte delle foreste, e gustano inghiotire persone e volatili a portata di mano di solito sposano le *olláparas* grandi, temibili come loro, ma anche governanti e le si attribuisce la cattiveria indotta sui loro mariti per commettere certi fattacci.
Esistono anche i *Xigantes* che per le loro dimensioni spaventano, ma invece sono burberi, fragili e mansueti da convercerli. Il principale lavoro che svolgono consiste in sotterrare tesori, portare enormi massi(gz.:penedos) da qua a là, ammucchiare terre per formare poggi(gz.:outeiros) e fare i solchi per cui devono scorrere i fiumi, ma tutta questa sfacchinata è ingiunsa da altri piú malvagi che se ne infischiano di quello che fanno loro. Questi Xigantes nei loro tempo di spasso giocano a lanciarsi e scagliarsi massi da una distanza di 3 km.
La leggenda mitologica più famosa che ha come protagonisti dei giganti è quella che narra la nascita della città di Coruña (Crunia) che quest'anno festeggia gli otto centenari di vita.
Coruña quando era un'isola aveva a capo il gigante Breogán che mandò a costruire al di lá del mare una torre che servesse di sorveglianza e di referimento ai naviganti. Un giorno da quella vedetta Ith, figlio di Breogán, vede in lontanaza una terra verde e chiese a suo padre di andar a riconocerla. Dopo Ith, che ci si inoltrò e mai ritorno per non obbedire suo babbo di non scavalcare del suo cavallo, i suoi fratelli percorsero lo stesso cammino e da allora tutti i popoli della sponda atlantica d'Europa siamo fratelli. Molti anni dopo quando non aveva traccia di quel torrione, arrivò a quell'isola navigando sulla sua coppa d'oro un altro gigante greco chiamato Hércules (it.:Ercole) col proposito di rubare il bestiame d'un altro gigante di tre corpi e tre teste di nome Xerión. Sull'isola litigarono durante quattro giorni senza sosta finché Hércules riuscí a mozzargli le teste d'un solo colpo, poi le seppellì e sorpra esse eresse il conosciuto torrione-faro di Hércules.
La popolarità di questo mitologico combattimento ha fatto che dal XVI nello stemma della città apparisse anche la testa di Xerión insieme alla Torre di Hércules appunto in un manoscritto conservato nell'archivio comunale datato 1552 nel quale l'Imperatore Carlos I ordinò aggiungere la giurisdizione di Bergantiños al comune di Coruña, inoltre di questa epoca si conservano i due più antici blasoni della città cesellati in pietra che originariamente rappresentavano la testa coronata di Xerión, ma poi sul XVII secolo la testa era sostituita da un teschio e ossa.
Insomma la storica battaglia tra i giganti è troppo antica e piena di elementi raccolti da precedenti leggende e tradizioni che risalgono all'epoca castreña o romana, la versione definitiva la fornisce il Re Alfonso X il saggio nel suo volume l'Historia de España scritto nel 1270-74 e dice così:

"C'era un re poderoso in Esperia (Penisola iberica) che la dominava dal Tajo al Douro(Duero) chiamato Xerión, un gigante molto forte, in modo che conquistò questo territorio alla forza e con questa costringeva agli abitanti di daziargli la metà di tutto quello che possedevano altrimenti venivano ammazzati, e per questo Xerión era detestado per tutti, e quando seppero l'avvento di Hércules, che perteneceva al linaggio dei giganti, ma d'anima bensì piatosa, gli chiedero soccorso in cambio di tutta la loro terra. Hércules gradito dalla proposta intraprese l'impresa e quando Xerión lo seppe si spostò con la sua truppa (gz.hoste) ad un posto disabitato(gz.:ermo) e dopo aver vinto e costruito la torre-faro sulle ossa di Xerión, Hércules ordinò abitare quelle terre e scrisse i nomi di tutti coloro che ci si recarono e la prima persona in arrivare fu una donna chiamata Crunia"
P.S. Gli unici olláparos giganti che ho visto finora nella Galizia sono questi facendo spaventi con i suoi bracci.

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