Era costume nelle famiglie poco abbienti di cenare il brodo del pranzo, ma come il pane mancava si facevano alcuni Bolo e poi una volta imbandita la tavola si spegneva la luce e la mamma diceva:
mercoledì 30 aprile 2008
Non è un tozzo di pane
Era costume nelle famiglie poco abbienti di cenare il brodo del pranzo, ma come il pane mancava si facevano alcuni Bolo e poi una volta imbandita la tavola si spegneva la luce e la mamma diceva:
lunedì 28 aprile 2008
Pieghevole (leaflet) XII: Museo vivente O Enredo do Abelleiro
sabato 26 aprile 2008
Pieghevole (leaflet) XI: Casa Museo di Victor Corral
Dopo d'aver vissuto a Barcellona e in Svizzera l'artista settantenne Victor Corral ritorna alla sua amata Galizia dove alla parrocchia di Baamonde del comune di Begonte sul cammino nord a Santiago innalza a mattone a mattone da solo la sua casa-museo. Lui fin da piccolo già faceva delle figurine intagliando a coltello il legno e la pietra, d'allora accolla 40 anni intensi mostrando le sue opere scolpite in diversi materiali come legno, granito, avorio oppure bronzo alcune di queste sculture sono nella sua dimora sparse tra due ambienti su un giardino di 1200mq e le più piccole all'interno della casa dove ci sono anche dipinti a oleo e acquarelli; Il soggetto delle sue opere vanno dall'arte astratta a quello religioso come un eremo costrutto dall'artista, ma anche c'è una serie in scala che attira di più l'attenzione del visitore guidato dall'artista quella dedicata alla mucca DOP della Galizia la *rubia galiziana* così come una colombaia fatta con delle pietre ricavate dall'artista per tutta la Galizia, altre opere come la cappella della *Virgen del Rosario* scolpita dentro ad un centenario castagno si trova accanto alla chiesa romanica di Baamonde del XIII secolo. Insomma la numerosa opera dello scultore ci parla del rapporto tra l'uomo, la natura, la terra e l'amore.
giovedì 24 aprile 2008
Alberi singolari
Ma anche alberi da frutto sono stati catalogati come questo Fico (gz.:Figueira) che cresce sulla vetta del monte Siradella nel comune di O Grove che è stato inserito nella lista non solo perché continua a dare fichi rossi come il sangue d'un giustiziato, ma per simboleggiare il carattere agguerrito, la tradizione e la storia del paese: fu proprio qui dove, secondo la leggenda, ebbe impiccato dal popolo unito O Meco tiranno signore feudale del luogo che faceva uso del diritto di cogliere le primizie delle spose dei propri vassalli, popolo che rispose ¡Matámolo todos! alla domada della giustizia: ¿Quén matou ao Meco?
martedì 22 aprile 2008
Secondo lo stillicidio dei sassi...
Cascata A Pedrosa conosciuta anche come A Brexeira è nella parrocchia di Cospindo del comune di Ponteceso a poco più di 10min a piedi da O Couto dove c'è un'altra, è poco conosciuta perché il suo cattivo accesso, ma anche la passeggiata lo merita
domenica 20 aprile 2008
Perché un viaggio in Galizia?
Per molteplici ragioni. In primo luogo perchè un viaggio nella Spagna nordoccidentale accresce o completa la conoscenza di un Paese composto da tante differenti realtà storiche, geografiche, naturali, economiche, linguistiche. Chi dice di “essere stato in Spagna” al ritorno da Madrid o Barcellona o dall’Andalusia dice il vero nel senso letterale del termine, ma in realtà non ha conosciuto l’essenza di un Paese che su un territorio estremamente vasto presenta le citate differenze.
Che in Galizia abbondano. Si può inoltre affermare che -come tutte le Terre periferiche- la Galizia (29.575 kmq – più di Piemonte e Valle d’Aosta) “fa storia a sé”, vanta proprie e nette caratteristiche anche rispetto ai ‘vicini di casa’ (a sud il Portogallo settentrionale, a sudest la Castilla y Leòn, a est le Asturie mentre a nord e a ovest è delimitata dall’oceano Atlantico). Eppure, nonostante l’isolata posizione geografica accentuata da tanti kilometri di coste proiettate nell’immenso oceano, la Galizia è ben presente nella Storia dell’Europa e vanta tante impronte in quella americana.
Perché un viaggio in Galizia, dunque? Prima di tutto per le bellezze della Natura. Siamo nella cosiddetta Spagna Verde (molti parlano di “panorami svizzeri”, si citano “paesaggi irlandesi” o “marine nordeuropee”) e la terra si sposa magicamente con il mare tra colori nitidi per le brezze atlantiche ma mai forti e accecanti (come vuole lo stereotipo dei viaggi proposti a sud dei Pirenei: “Sol y Playa”, caldo e discoteche). Il mitico Cabo Finisterre –la Finis Terrae di chi assisteva turbato alla discesa del sole nell’Infinito– separa le Rias (fiordi aperti dai fiumi) Altas (a nord, verso La Coruña, inquietanti paesaggi marittimi tra alte rocce frastagliate) da quelle Baixas (a sud, verso Vigo, panorami più dolci, ricchi di isole e spiagge sabbiose).
Si va in Galizia anche per la Storia, sinonimo di Cultura, Arte, Religione, mirabilmente espresse lungo il Camino de Santiago, la cui parte finale (El Camino Gallego) esalta per la ricchezza di bellezze artistiche, la varietà dei paesaggi e l’avvicinarsi alla sospirata mèta finale.
L’Europa –bene scrisse Goethe- si formò con i pellegrinaggi a Compostela.
La Storia è di casa in Galizia, si visitano i “Castros” celtiberi, a Lugo le Legioni di Roma costruirono possenti Mura giunte ai nostri giorni.
E non manca il Folklore risalente alle origini celtiche. Per godere il suono delle cornamuse (le “gaitas”) non occorre andare in Scozia, in Galizia abbondano. Come alcune Fiestas tipiche: in primavera ed estate durante la Rapa das Bestas si tosano i cavalli allo stato brado.
Quanto alla gastronomia, la sola degustazione dei famosi “mariscos” (frutti di mare) “vale un viaggio” in Galizia.
venerdì 18 aprile 2008
Pieghevole (leaflet) X: Il museo del Cammino
La capanna principale del complesso si trova vicina al santuario di *Santa Maria la Real*, una gioia dell'arte prerromanica del IX secolo antico priorato e ospedale in cui si accudiva i pellegrini ed é la seconda chiesa più visitata nella Galizia dopo il duomo di Santiago chiamato così in onore alla sua patrona *Santa Maria* rappresentata seduta con un bimbo in grembo e Real perche è stata protteta dai Re da lungo, qui si conserva l'antico calice raffigurato nello stemma di Galizia.