Era costume nelle famiglie poco abbienti di cenare il brodo del pranzo, ma come il pane mancava si facevano alcuni Bolo e poi una volta imbandita la tavola si spegneva la luce e la mamma diceva:

Un blog avviato da un allievo chiodino galiziano per tutti i chiodini piccini e no

Da sempre a Isidro Pardo Varela gli ha ficcato il pungiglione della curiosità per le api al punto di allestire e dirigere dal 1994 il *Museo vivente do mel: O enredo do Abelleiro* nella parrocchia di Portodemouros nel comune corugnese di Arzúa con cui ha vinto diversi premi, il museo ha lo scopo non solo di farci frullare le ali all'interno d'una arnia e assaggiare il miele, ma per mostrarci gli studi che si svolgono sull'apicoltura nel suo laboratorio avanzato per la analisi della qualità del miele, la pappa reale e il polline, perciò è anche un centro didattico mirato agli professionisti del settore, i scienzati e gli scolari che si recano qui per sapere di più dove si spiegano con pannelli e fototografie tutti i processi: dai lavori dell'api passo dopo passo alla transizione dagli antici alveari all'apicoltura attuale, dalle procedure nell'estrazione dal favo alla decantazione e invasatura; All'esterno del complesso museografico si può ammirare tutto tipo di arnie circondate da un ricco giardino botanico con il suo stagno e perfino un apiario dove si allevano l'api con dei favi mobili, il tutto per conoscere dal vivo perché questi insetti che lavorano senza sosta fanno bene all'ambiente e alla salute.
Dopo d'aver vissuto a Barcellona e in Svizzera l'artista settantenne Victor Corral ritorna alla sua amata Galizia dove alla parrocchia di Baamonde del comune di Begonte sul cammino nord a Santiago innalza a mattone a mattone da solo la sua casa-museo. Lui fin da piccolo già faceva delle figurine intagliando a coltello il legno e la pietra, d'allora accolla 40 anni intensi mostrando le sue opere scolpite in diversi materiali come legno, granito, avorio oppure bronzo alcune di queste sculture sono nella sua dimora sparse tra due ambienti su un giardino di 1200mq e le più piccole all'interno della casa dove ci sono anche dipinti a oleo e acquarelli; Il soggetto delle sue opere vanno dall'arte astratta a quello religioso come un eremo costrutto dall'artista, ma anche c'è una serie in scala che attira di più l'attenzione del visitore guidato dall'artista quella dedicata alla mucca DOP della Galizia la *rubia galiziana* così come una colombaia fatta con delle pietre ricavate dall'artista per tutta la Galizia, altre opere come la cappella della *Virgen del Rosario* scolpita dentro ad un centenario castagno si trova accanto alla chiesa romanica di Baamonde del XIII secolo. Insomma la numerosa opera dello scultore ci parla del rapporto tra l'uomo, la natura, la terra e l'amore.
Una magnolia presso il giardino del *Pazo de Rubiáns*nel comune di Vilagarcia è un paradiso per gli amanti della botanica in cui ci sono più d'una centinaia di specie diverse attecchiti già dal 1764, riassettato nel 1850 allo stile francese con delle Camelie arrivate dal Potogallo fatto che dà via a una parte della storia natura delle *Rias Baixas*, ma nel giardino si può trovare giganti eucalipti azurri che possono raggiungere 12metri la bracciata.
Il giardino di Artime situato di fronte al giardino della spiaggia Compostela nel comune di Vilagarcia, stavano uniti prima d'esserne spaccati dalla strada verso Santiago. Qui attecchisce un tassodio o cipresso calvo che risale al 1794 circa quando esisteva una fabbrica di conciatura e cuoietteria considerata culla dell'industria di Vilagarcia che adesso è incentrata sulle attività del mare.Ma anche alberi da frutto sono stati catalogati come questo Fico (gz.:Figueira) che cresce sulla vetta del monte Siradella nel comune di O Grove che è stato inserito nella lista non solo perché continua a dare fichi rossi come il sangue d'un giustiziato, ma per simboleggiare il carattere agguerrito, la tradizione e la storia del paese: fu proprio qui dove, secondo la leggenda, ebbe impiccato dal popolo unito O Meco tiranno signore feudale del luogo che faceva uso del diritto di cogliere le primizie delle spose dei propri vassalli, popolo che rispose ¡Matámolo todos! alla domada della giustizia: ¿Quén matou ao Meco?
Cascata O Ézaro la più grande e la più conosciuta della Costa da Morte è nella omonima parrocchia di *O Ézaro* del comune di Dumbria il cui splendore solo si può ammirare in certe date quando la sua diga Santa Uxía scarica l'acqua del fiume Xallas (64Ch.), questa cattedrale dell'acqua è stata ricordata da diversi scrittori da Murguìa che nella sua *Historia de Galicia* ricorse a antici documenti lasciandoci l'ipotesi che la cascata fu creata da un terremoto nel XII secolo cambiando l'alveo del fiume, al poeta Eduardo Pondal che scrise *feros corvos* ambientati su questa lacrima della Galizia.
Caldeiras do Castro siempre insieme alle sue piccole pozze è nella parrocchia Couceiro del comune di Muxía vicina alla capella di *Santo Outelo* del XVII secolo
Cascata A Pedrosa conosciuta anche come A Brexeira è nella parrocchia di Cospindo del comune di Ponteceso a poco più di 10min a piedi da O Couto dove c'è un'altra, è poco conosciuta perché il suo cattivo accesso, ma anche la passeggiata lo merita
La cascata di Rus è nella parrocchia di *Ferveda de rus* del comune di Carballo, nella strada tra A Canosa (via Santiago-Carballo) e Sofán
Tratto da un catalogo di promozione di Turgalicia
Il borgo di Pedrafita do Cebreiro (LU) ritrovo di sosta sul *Camino a Santiago* vincolato all'ordine del Temple è un museo all'aperto piazzato in mezzo alle montagne lughense che formano O Caurel e Os Ancares, è il primo luogo della Galizia da cui ci si può raggiungere Santiago a piedi (100Chm.) e addirittura essere premiato dalla *Compostelana*, cammino mistico e leggendario ormai noto grazie, tra altro, ai lavori del parroco di questo villaggio *Elias Valiña Sampedro* che nel '84 aveva iniziato la segnaletica della rotta con le sue caracteristiche fleccie gialle, ma qui si può anche trovare, ben conservate e radunate attorno formando un insieme etnografico, l'antiche capanne montanare chiamate *Pallozas* che sono delle costruzioni celtiche adatte al clima montanaro hanno un pianterreno privo di vani, tranne quello destinato a stalla o un altro vano a camerata, disposizione questa con lo scopo d'uniformare il caldo della stanza, il loro tetto di paglia è retto da un pilastro centrale ed è a forma conica su una muratura circolare da agevolare lo scrollarsi della neve e per non far resistenza al vento, il resto della stanza è arredata da una *lareira* e altri elementi della vita quotidiana e agricola.

Il *Museo Gallego de la Marioneta* meglio conosciuto da *Museo do Títere* é situato nella città di Lalín innaugurato a Ottobre 2001 grazie alla collaborazione della compagnia di burattini *Viravolta* col comune. Viravolta insieme alla compagnia di marionette *Seisdedos* nate nella comarca del Deza sono l'organizzatrici di corsi vari per i professionisti quanto per i maestri di scuola e sono anche l'incaricate di gestire questo spazio dove prendono l'occasione per mostrarci le quinte e l'arte di muovere i fili attraverso una collezione permanente formata da oltre 300 oggetti tra burattini e pupazzi con cui intende promuovere il godersi della mimica di questi omini fatti di legno e cartapesta, inoltre il museo rinnuova ogni anno il suo fondo con nuovi libri, libretti, video, riviste, locandine e cartelloni e altri attrezzi di quest'arte. Il Museo ha anche in programma delle sceneggiature come: *Titirientroido*, *Titirideza* y *Cantos y Cuentos de la Navidad* per trastullare le giornate insieme ai veri piccoli.
Il luogo dove tutti possiamo rinascere e spassarci il tempo giocando come quando eravamo bambini e facevamo la scuola si chiama *Museo da Escola* arredato da centenaia di libri scolastici del XIX, gioccatoli, ritagli e ricordi del proprio passato e altrui, simboli che attirano tanto i padri quanto ai loro rampolli; Questo museo è situato nell'antico collegio religioso *Santa Leonor* nel famoso comune per avere l'unica stazione sciistica della Galizia *A Pobra de Trives*.
Racconta una leggenda che la pioggerella (gz.:orballo) calata sui campi di *Esmelle* durante la nottata di *San Juan* ha poteri curativi, anzi i più vecchi della *val de esmelle* ci narrano ancora oggi delle vicende avvenute cent'anni fa: come quella d'una donna affetta di rogna che era stata rincorsa dai paesani per tutto il villaggio fino ad arrivare alla boscaglia vicina perché fosse bagnata da questa mite pioggia, guarda caso, la moglie guarì.
Applicandosi la formula matematica di Karl Friederich Gauss quest'anno, quindi, non si è celebrata la ricorrenza d'inverno in onore a *San Beito* perchè il 21 Marzo fa coincidenza col venerdì santo e liturgicamente non si può fare messa, questo accade ogni 95 anni e l'ultimo fallimento della festività fu nel 1913, cioè ogni generazione le tocca; La celebrazione della Pasqua, la crocefissione e resurrezione di Gesù, fu stabilita durante il Concilio di Nicea nel 325 d.c, la domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera per non farla coincidere con la Pasqua Ebraica che le chiese orientali di Siria, Cilicia e Mesopotamia determinavano a partire dal calendario ebraico, mentre Alessandria e Roma invece seguivano un calcolo differente, attribuito a papa Sotero.
Matematicamente i lunedì di pasqua si celebra tutti gli anni al *Monasterio da Armenteira* nel comune di Meis la sagra in onore alla *Virxe das Cabezas*, una santa specialista in guarire emicranie, mal di testa e tutte le malattie di questa parte del corpo, anzi fa miracoli con gli esami. I devoti arrivano da tutto O salnés portando in mano *os exvotos* in forma di testa per ringraziare la santa e participando alle messe agni ora durate tutto il giorno.
Un'altra *Romería* è avvenuta la domenica dopo pasqua nella parrocchia di *Paradela* del comune di Meis dove si fa una oblazione a *San Gregorio* con un gigante *Bolo*, questa volta la dolce offerta è stata composta da oltre 6 mila uova dentro di 40chili di massa e poi di ascoltare la messa è stato elargito tra i pellegrini giunti dai borghi vicini.
Nella parrocchia San Pedro da Hermida del comune di Santiago de Covelo (PO) si trova un bel spazio dedicato all'etnografia dove si ricrea l'ambiente della Galizia rurale e signorile dei secoli passati, presso il *Pazo da Cruz* del XVIII secolo, attraverso oltre 3800 oggetti e altri tanti documenti, foto e materiale audivisivi che l'entusiasta Maximino F. Sendín ha raccolto durante 30 anni; A parte di ammirare l'insieme architettonico tradizionale della comarca, poichè il *Pazo* conserva ancora il mobilio dell'epoca, il suo portone d'ingresso in legno e il cortile interno, le scale e i muri, tutti lastricati in granito, il visitatore potrà anche guardare l'esposizione permanente proggetata dal *Centro di studi A Paradanta* sulla *Storia del pane, cereali, mulini e forni dal neolitico a oggi*, e un'altra collezione dedicata alla *Storia delle chiavi e le serrature*.