domenica 6 aprile 2008

Da Esmelle a Venezia

Racconta una leggenda che la pioggerella (gz.:orballo) calata sui campi di *Esmelle* durante la nottata di *San Juan* ha poteri curativi, anzi i più vecchi della *val de esmelle* ci narrano ancora oggi delle vicende avvenute cent'anni fa: come quella d'una donna affetta di rogna che era stata rincorsa dai paesani per tutto il villaggio fino ad arrivare alla boscaglia vicina perché fosse bagnata da questa mite pioggia, guarda caso, la moglie guarì.
Questi miti e leggende, così come costumi, tradizioni, feste, e riti sono stati raccolti e registrati col magnetofono di casa in casa formando parte dell'archivio immateriale del *Progetto Esmelle* arrichito inoltre da oltre 1300 antiche foto scattate da un conosciuto vicino, questa iniziativa collettiva che intende rivalorizzare questa valle situata nella parrocchia di Esmelle, un villaggio di 600 abitanti a 8 Chm. dal *Ferrol*, mediante il recupero del patrimonio materiale e immateriale della zona, nonché l'approfittarsi delle risorse naturali.
Prima della fine 2003 data del via dei lavori, l'associazione di vicini della valle di Esmelle aveva edito un rotocalco con motivo della festa patronale del borgo su cui riferivano il ricco patrimonio etnografico che hanno, ma sconosciuto tra i paesani, questo fatto stuzzica la coscienza collettiva nel riflettere sulla loro identità e l'origine del villaggio; Gli inizi, però non erano stati facili perché bisognava convincere gli scettici contadini, patroni dei 22 mulini abbandonati della zona, che acconsentiessero il loro arredamento cedendo col vedere come aveva rimasto il primo mulino assettato il *Muiño de Outeiro*.
I membri di questa esemplare comunità lavora ancora oggi le domeniche per avverare il progetto, tutto questo sforzo è stato ricompensato nel 2005 con un premio Agader per la sua coesione nell'ambito rurale e per la sua buona pratica nello sviluppo sostenibile, anche il borgo è appena stato eletto dal *Comité habitat español* del *Ministerio di Vivienda* per participare nei VII premi internazionali delle buone pratiche dell'UN, questa impresa riceve anche aiuti economici dalla Xunta, dalla Deputación da coruña e dal comune di Ferrol.
Venti e due mulini, fontane, croci (gz.:cruceiros), lavatoi (gz..lavandoiros), horreos, dolmen (gz.:mámoa), una pieve del XVII secolo e perfino un castro sono alcuni degli elementi architettonici etnografici catalogati dall'associazione che dovrá sistemare, finora ne ha strappato dalla selva i mulini di *Outeiro* e *das Salgueiras* e ha sgombrato la fontana *da Evarista*, ma gli impegni sono tanti, dai lavori di scalpellatura (g.:cantería), la segnaletica degli itinerari di sentierismo, la coltivazione delle specie autoctone ai corsi sullo sfruttamento sostenibile del monte e alla creazione d'un museo etnografico presso il *Muiño do Ferreiro*.
Tra le rotte di sentierismo disegnate si trova la *Ruta dei sensi* sulla quale si può sentire al tatto la rugosità degli alberi, odorare il profumo dei fiori mentre si gusta una frutta silvestre ascoltando lo scorrere dell'acqua e alla fine contemplare il firmamento tempestato accompagnato dalla natura.
Un altro itinerario è quello del *Camiño do Mago Merlín* che trascorre vicino al mulino di Outeiro in cui c'è una statua in onore allo stregone protagonista di *Merlín e familia* che abitava questa selva, prosa scritta dal fantasioso scrittore e uno dei principali della letteratura galiziana *Alvaro Cunqueiro* che scrise quasi alla fine della sua vita in lingua spagnola *Vida y fugas de Fanto Fantini della Gherardesca* incentrato sulle vicissitudini del capitano Fanto nato a Borgo San Sepolcro in aprile del 1450 insieme al suo cavallo *Lionfante*, sì, proprio quei che aveva fatto la famosa arringa davanti il senato della serenissima repubblica di Venezia con l'intenzione di scagionare il suo patrone.

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