
Dal XVI secolo in Galizia si cominciò a introdurre la coltivazione di questo cereale giunto dall'America con delle nuove varietà di qualità sempre più ottima, precoci e meno deperibili al nostro clima, ma spostando quello che già esisteva tramutando così perfino gli antichi nomi.
Tra le vari ceppi importate, ben differenziata per colore e dimensione c'è il *millo corvo, pego o pedrés* la cui pianta soltanto era capace di germogliare due pannocchie di mediana dimensioni e di colore pressapoco viola tendendo a nero; Nella nostra comarca c'è poche zone dove si coltivano, ma a Castrogudín ancora oggi lo si può trovare però sono raccolti per l'autoconsumo.
Nella cucina per fare il pane di mais nero allora si mischiava la sua farina con un po' di quella di segale, sale e acqua calda; Questo pane durava tenero a lungo con un colore e sapore speciale, come se fosse fatto con "Vino rosso!", per farsi un'idea in sudamerica si preserva ancora una bevanda *La chicha Morata* ottenuta da pannocchie di mais nero, bollite insieme a frutta varia, zucchero e spezie.
Purtroppo quella cucina tradizionale già non sta presente neanche alle sagre gastronomiche del paese, ma a poco a poco la coltura di questa pianta e le usanze che la circonda ritornano grazie sopratutto al sostegno di alcune associazioni culturali.
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